Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bassolino: no a tutti i piagnistei Anche Roma ha le sue colpe
L’ex governatore campano: «È l’Italia che è ferma da venti anni Si torni alla programmazione unitaria delle risorse pubbliche»
NAPOLI «È certamente utile che si sia riunita la direzione del Pd e che, finalmente, si sia dato corso anche ad una discussione, sia pure con i limiti di una convocazione per il 7 agosto, che da quanto emerso proseguirà con approfondimenti a settembre».
Tuttavia?
«Renzi dice che l’Italia è ripartita, mentre il Sud arranca ed è fermo? Se è così, significa che l’Italia non è ripartita bene. Infatti, ora ciò che serve è una vera, seria riflessione nazionale, non specifica sul Mezzogiorno, ma sull’intero paese e sul Mezzogiorno dentro l’Italia». Antonio Bassolino, dal suo luogo di vacanza nel Cilento, ha appena ascoltato l’intervento del premier, Matteo Renzi, e degli altri partecipanti alla direzione nazionale del Pd sulla crisi del Sud.
Quando il premier ha detto che non può essere più accettata l’autoassoluzione della classe dirigente meridionale con chi ce l’aveva?
«Non può essere accettata neanche l’autoassoluzione delle classi dirigenti nazionali. Si metta fine a tutti i piagnistei. Ma la si smetta pure di rovesciare sulle spalle del Mezzogiorno tutte le colpe. Occorre rimboccarsi le maniche. Tutti. E avviare la terza fase dell’impegno per il Sud dopo quella della Cassa e del regionalismo. Ora occorre un lavoro coordinato di governo e Regioni per una strategia unitaria degli investimenti sia per le infrastrutpassati, ture materiali che per quelle immateriali. È necessaria una nuova impostazione culturale. E il coordinamento dei presidenti del Sud, peraltro tutti del Pd, è un importante passo avanti in questa direzione».
Bassolino, perché dice che occorre una riflessione nazionale e non sul Sud?
«Perché i recenti dati Svimez, più drammatici di quelli raccontano di un Mezzogiorno in forte sofferenza dentro un’Italia che è ferma da venti anni, quindi sia con i governi di centrosinistra che con quelli di centrodestra. In un paese fermo è ovvio che il Sud peggiori le sue condizioni».
Non è stato sempre così?
«No, dal 1996 al 2000 il Sud è cresciuto più della media nazionale. E sa perché? In quegli anni c’è stato uno sforzo convergente per promuovere una programmazione unitaria delle risorse pubbliche, e non solo di quelle europee sulle quali si insiste tanto oggi. No, i fondi Ue non possono essere sostitutivi di quelli ordinari. Tanto che alla fine degli anni ’90 vi fu anche una incoraggiante spinta degli investimenti pubblici e privati».
Renzi ha anche parlato di voler portare l’alta velocità fino a Reggio Calabria. Lei, su Facebook, ha raccontato l’odissea dei passeggeri in snervante attesa in una stazione ferroviaria del Cilento.
«Infatti. È giusto pensare che l’alta velocità debba arrivare fino a Reggio Calabria. Ma è necessario portare anche i treni regionali a destinazione. È uno scandalo che i treni che vanno verso la Puglia, la Basilicata, la Calabria viaggino tra ritardi, disagi e la rabbia dei passeggeri».
Dal 1996 al 2000 il Meridione è cresciuto ben oltre la media nazionale I fondi Ue non possono essere sostitutivi di quelli ordinari