Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Decumani al setaccio, spunta l’arsenale usato della «paranza dei bambini»

Blitz della polizia. Fucile e pistola potrebbero aver sparato negli ultimi agguati

- Antonio Scolamiero

NAPOLI Eccole le armi della «paranza dei bambini». Eccole alcune delle armi micidiali in mano ai ragazzini che stanno seminando morte e terrore nel cuore del centro storico cittadino. Erano nascoste in un edificio abbandonat­o proprio in uno di quei vicoli che negli ultimi cinque mesi sono stati il teatro di una guerra senza esclusione di colpi. Erano ben nascoste, le due pistole e il fucile da caccia ritrovate dagli agenti del commissari­ato Decumani che in questi giorni roventi di sparatorie e agguati sono alla caccia degli autori dei numerosi raid armati nei vicoli. E non solo. Si cercano gli autori dell’omicidio del meccanico Luigi Galletta, ucciso per aver detto no alla camorra. Per aver rifiuto di offrire il suo aiuto a questa o a quella fazione in guerra. Le armi, dicevamo. Erano ben nascoste in vico San Nicola a Nilo, all’interno di un complesso edilizio. Nel corso di un controllo nel palazzo gli agenti hanno notato una stanza in disuso con la porta di ingresso aperta ed all’interno materiale di risulta e mobili abbandonat­i. Il posto giusto per nascondere armi e droga. E l’intuito degli agenti è risultato giusto. Nascosta per bene all’interno di una borsa semi aperta c’era una micidiale pistola a tamburo Smith Wesson, calibro 357 Magnum. Era carica e pronta ad essere usata. Nella borsa anche munizioni di vario calibro munizionam­ento di vario calibro. E non solo. Gli agenti hanno notato anche una felpa di colore blu ed inoltre in un angolo della stanza, poggiato su di un mobile ed avvolto da un lenzuolo, è stato rinvenuto e sequestrat­o un fucile da caccia con il calcio tagliato. Ed infine occultata sotto dei materiali di risulta veniva rinvenuta una pistola modello Beretta 98/FS rifornita di caricatore bifilare con relative cartucce. Un piccolo e micidiale arsenale che era pronto per essere utilizzato. Di chi erano quelle micidiali pistole pronte per essere utilizzate? E soprattutt­o, quelle pistole e quel fucile hanno già sparato e forse ucciso qualcuno in uno degli episodi dell’ultima faida tuttora in corso? Interrogat­ivi che solo le analisi e le comparazio­ni balistiche potranno fugare. E l’informativ­a sul ritrovamen­to è già finita sul tavolo degli investigat­ori della Squadra mobile che stanno seguendo l’evolversi di quello che ormai è diventato un vero e proprio scontro generazion­ale. Ventenni che hanno in breve tempo cercato di scalzare quelli «più grandi» dal controllo di un’area che da Forcella arriva alla Maddalena, passando per il Borgo di Sant’Antonio Abbate. Da un lato ci sono gli eredi dello storico clan Giuliano composto dai Sibillo, i Brunetti, la terza generazion­e dei Giuliano e gli Amirante. Un cartello che si è messo in testa di scacciare i Mazzarella dal cuore di Napoli. E non importa come. «Devono andare via». E in questo senso si deve leggere anche l’alleanza strategica con il clan Rinaldi di San Giovanni, da sempre avversario dei Mazzarella e i contatti con quelli della Vanella Grassi di Secondigli­ano. Ma di certo i Mazzarella non ci stanno a subire e rispondono colpo su colpo: leggi gli ultimi due omicidi di piazza Mancini e la tragica morte del meccanico incensurat­o Luigi Galletta.

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Le armi sequestrat­e ai Decumani

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