Corriere del Mezzogiorno (Campania)
GRAGNANIELLO MUSICA CHE PARLA AL CUORE
Il cantante si prepara alla serata a Torre Annunziata e si racconta: «Nel mio nuovo disco ogni canzone è una storia d’amore e di rabbia» E su Pino Daniele: «Come lui disegno pensieri con la mia chitarra»
Ènato a vico Cerriglio, il vicolo più stretto di Napoli. Lì è cresciuto, ha giocato, lottato, lavorato, aggrappandosi a quello in cui credeva, a ciò che lo faceva sentire libero: la musica. Enzo Gragnaniello oggi è un artista maturo, completo, uno dei poeti della canzone d’autore italiana. Stasera è in concerto al Lido Nettuno Lounge Beach di Torre Annunziata. Un’occasione per ascoltare oltre ai suoi successi anche i brani contenuti nel nuovo cd “Misteriosamente” in cui troviamo Raiz nel pezzo che dà il titolo al disco, e Nino Buonocore in «Quale futuro vuoi».
Com’è nato “Misteriosamente”?
«È un disco in cui ogni canzone è un racconto d’amore, ma anche di rabbia – spiega l’artista tre volte vincitore della “Targa Tenco” - brani che vanno dritto al cuore e alle emozioni. Canzoni che arrivano dritte allo spirito, alla parte atavica, essenziale delle persone che è il cuore e la sensibilità. I testi parlano di passione, di amore, di disagio interiore ma anche della voglia di vivere che ti porta alla riflessione e a riscoprire tutti i valori che abbiamo forse seppellito».
Nei suoi album emergono frequenti due elementi: il mare e il mediterraneo, temi tanto cari anche al suo amico Pino Daniele.
«Siamo tutti un po’ figli del Mediterraneo. Nel nostro sangue scorrono suoni e ritmi di diverse parti del mondo, colorati da strumenti dalle mille voci: c’è l’Arabia, l’Africa, l’America, la nostra tradizione popolare. Siamo tutto questo, io sono questo e la musica colta, i colori del jazz e del blues, le nostalgie e le sofferenze delle nostre anime».
Come nascono le sue canzoni?
«Dall’osservazione, a volte cruda altre più leggera, del quotidiano. Come fecero in passato grandi della nostra tradizione come Viviani, Di Giacomo che realizzarono quadri d’immagine sonori e come ha fatto Pino: anch’io percorro questo sentiero, disegnando con i miei pensieri e la mia chitarra affreschi del vissuto di tutti i giorni. Così ho raccontato le storie di personaggi di strada come l’ubriacone Cardone, la prostituta “Rosè”, dei senzatetto in “Terra nera”, sogni e metafore in “Si fosse nato”, “Nun è acqua”. Così continuerò a fare».