Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pd, è arrivato il giorno di Bassolino: «Ogni minuto è utile per decidere»
L’ex governatore: «Non cambiate le regole». Tensione in segreteria
NAPOLI A conti fatti la vera notizia sarebbe la decisione di non candidarsi, a questo punto. Perché, che Antonio Bassolino sia in campo, che ormai da mesi abbia avviato, lui sì, una campagna di ascolto, è una certezza. Basta farsi un giro dalle parti di corso Umberto, dove ha sede la Fondazione Sudd, per rendersi conto della miriade di incontri e riunioni che l’ex governatore ha tenuto e tiene ogni giorno. Quindi oggi è il suo giorno. «Ogni minuto — spiega — dopo la direzione è quello giusto per scegliere».
E quindi è anche il giorno del Pd provinciale. La direzione si riunirà e come annuncia il segretario Venanzio Carpentieri «si tratta solo di ratificare la decisione già presa in assemblea». Insomma primarie il 7 febbraio, con l’ok dato da Roma (Carpentieri ne ha parlato con il vicesegretario Lorenzo Guerini). Ma con quali regole? «Tra una decina di giorni ci aggiorniamo per licenziare il regolamento». E qui casca l’asino.
«Ma se le regole ci sono già, perché bisogna riaggiornare la direzione? — sbotta Bassolino — Ci sono quelle delle regionali. Non capisco. Cosa è cambiato? Si cambiano le regole più volte in un anno a piacimento? Se è così non va bene. Cosa si intende per regole? Chi partecipa al voto? Si è stabilito pochi mesi fa. Allora quali altre regole? I presidenti dei seggi estratti a sorteggio? Va benissimo. Ma quelle consolidate devono rimanere le stesse. Che poi si voglia alzare la soglia di controllo va benissimo. Ma mi pare che le altre forze della coalizione sono già d’accordo». Effettivamente nell’arco di qualche ora escono due comunicati, uno dei Verdi, l’altro di Scelta civica, che vanno nella direzione auspicata dall’ex governatore.
«A maggior ragione — termina Bassolino — un partito che non vuole perdere tempo convocava oggi o domattina gli altri partiti della coalizione per chiudere la partita. Non polemizzo con Carpentieri. Ma devo dire che gli alleati si comportano meglio del Pd. Perdere altro tempo mi sembra davvero assurdo. Ma io parlo così perché penso che il Pd debba vincere. Non so proprio cosa pensino gli altri». Nel frattempo i suoi uomini si organizzano: sede, staff, tutto però dovrà essere molto sobrio. Dunque l’opzione vera, a tutt’oggi, è con il Pd o con una lista civica? In molti pensano che Bassolino sarebbe più forte in solitaria. Ma qualche ora ancora e si capirà.
Come se non bastasse l’avvio di una campagna elettorale faticosa e lunghissima (le amministrative si dovrebbero tenere il 12 giugno), non si placano le polemiche sulla nuova segreteria regionale. Lo strappo con i Giovani turchi è chiaro, quello con l’area riformista che fa capo a Umberto Del Basso de Caro e Enzo Amendola anche. Il giorno dopo la sofferta scelta, sul piede di guerra, come era prevedibile e nonostante la presenza come componente di diritto di Fulvio Bonavitacola, scendono i deluchiani. Il segretario democratico di Salerno, Nicola Landolfi scrive: «Manca Avellino, manca Benevento, alcuni consiglieri regionali sì e altri no, un pezzo importante, comunque, fuori. Sarà un autorevole laboratorio di chiacchiere e di tabacchiere di legno». Livio Falcone, componente della segreteria provinciale, e pittelliano come Leonardo Impegno, è esplicito: «La nuova segreteria regionale è stata creata per frenare De Luca». Per Antonella Pepe, segretaria regionale dei Gd: «È un ufficio politico, che esclude due federazioni».