Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La palestra chiusa per paura
NAPOLI Silenzio ed una porta sbarrata, dove fino a due giorni fa si ascoltava il vociare allegro dei bambini e dei loro genitori. Vico Lungo San Matteo, a 24 ore dal ferimento di Antonio Moccia - l’uomo con precedenti per spaccio di stupefacenti che, per sfuggire ai suoi inseguitori, è piombato sanguinante nella cappella sconsacrata della chiesa di San Matteo, dove era in corso una lezione di arti marziali per bambini ed adolescenti - è un deserto. Sbarrate le imposte del pregiudicato vittima dell’agguato, che abita proprio a fianco all’edificio di culto. Chiuso l’ingresso della cappella sconsacrata che Padre Giovanni ha concesso a Karen Torre e che lei, trentenne italo inglese che è cintura nera e, da quando ha lasciato l’attività agonistica per un infortunio, allena i giovani, ha adibito a palestra per sessanta bambini ed adolescenti, per la maggior parte dei Quartieri Spagnoli. Due di essi hanno vinto recentemente la medaglia d’argento ai mondiali di Tokyo Praticano karate e chambarà, una sorta di scherma nipponica. Si divertono e trovano, in quella ex parrocchia trasformata in palestra, occasione di incontro, di pratica sportiva ed alternativa alla strada. Almeno fino alla serata dell’agguato a Moccia, del terrore dei piccoli e dei loro genitori. «Per questa settimana – dice Karen – non se ne parla di riprendere. Ho ricevuto decine di messaggi e telefonate di genitori ed allievi e sono tutti sconvolti. Poteva scapparci il morto». C’è qualcosa di particolarmente amaro, in questa chiusura per paura, perché, a parte la rinuncia ad allenarsi dei bimbi in kimono, ai Quartieri Spagnoli gli spari di mercoledì sera parrebbero non aver cambiato nulla. Nel male, perché ieri il via vai indisturbato di ciclomotori in ogni direzione, spesso guidati da centauri poco più che bambini, era quello di sempre ed era il solito anche lo spaccio di stupefacenti tra vico Giardinetto e vico Canale a Taverna Penta. Nel bene, perché FoQus, la Fondazione per i Quartieri Spagnoli, era affollata come spesso accade per un convegno e perché continuavano i preparativi di associazioni e commercianti, in primis gli ormai celeberrimi fruttivendoli Tina ed Angelo di vico Lungo Gelso, per la Notte dell’Arte del 12 dicembre e per il presepe vivente che coinvolgerà, ai primi di gennaio, oltre duecento figuranti. Karen ed i suoi bambini, invece, non ce l’hanno fatta a riprendere come se nulla fosse e non è detto che, se ricominceranno, lo faranno lì, in quella cappella sconsacrata.
«Lunedì – sottolinea l’insegnante – proverò a riunire tutto il gruppo, perché se passa troppo tempo ho timore di perdere quei ragazzi. Con i genitori, valuteremo se restare oppure andare via, eventualmente in un’altra struttura, ammesso che ce la diano, come ha promesso il presidente della Municipalità, Francesco Chirico. Sempre ai Quartieri Spagnoli, ma in una zona più tranquilla. Lì la vicinanza con quel signore al quale hanno sparato è un problema».
Assenti i bambini, i genitori, l’allenatrice, ieri nella chiesa di San Matteo c’era solo Padre Giovanni, che ne ha fatto un riferimento importante per i vicoli a monte di via Toledo. Si concede solo un attimo di sconforto: «Quegli uomini armati e quello che ha cercato scampo in mezzo ai bambini hanno mancato di rispetto alla Chiesa e ad a chi cerca di togliere dalla strada i bambini ed i ragazzi del quartiere».
Poi torna il sacerdote forte e tranquillo che, da anni, affronta le contraddizioni di un territorio ricco di energie positive quanto di prepotenza, omertà, indolenza. «Vedrà che Karen ed i bimbi torneranno al più presto – dice - e non drammatizzi la chiusura di oggi. Avevo chiesto già di sospendere gli allenamenti per qualche giorno,in modo da preparare in parrocchia la festa di domenica pomeriggio per la prima messa che sarà celebrata da Padre Sergio».
Padre Giovanni Quella gente non ha avuto rispetto dei ragazzi e di quello che facevano E io glielo ho detto in faccia Bisogna continuare a costruire e sperare