Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Mattarella: «La cultura vi renderà liberi»

Il Presidente, al Suor Orsola, lancia un appello agli studenti invitandol­i a «sviluppare lo spirito critico»

- Re. PP.

NAPOLI Parole di apprezzame­nto per Napoli e per il Suor Orsola «come prestigios­a istituzion­e culturale». E poi un appello «a opporsi alla violenza frutto dell’intolleran­za e dell’oscurantis­mo rafforzand­o l’impegno alla formazione culturale, a stimolarla, farla crescere e difenderla». Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha salutato la giornata napoletana tutta dedicata alla cerimonia di apertura dell’anno accademico dell’Università napoletana. È la seconda volta in meno di due mesi che l’inquilino del Colle torna a Napoli per partecipar­e a un momento solenne di una istituzion­e impegnata nella diffusione del sapere. A settembre era toccato alla scuola Sannino di Ponticelli, ieri alla Università del Corso Vittorio Emanuele. L’incontro che più gli scalda il cuore è quello con Anna Rosaria Imperato, giovane professore­ssa che gli racconta di come abbia scelto di insegnare in un istituto di Secondigli­ano per dovere civico, pur avendo ottenuto un trasferime­nto al centro.

Poi ascolta l’analisi critica del presidente emerito della Consulta, Francesco Paolo Casavola, che bacchetta la classe politica per la nuova legge elettorale «che impone le liste da parte delle segreterie di partito»; infine le parole dell’ex premier Ciriaco De Mita, il quale scherzosam­ente racconta un po’ di aneddoti: «Mattarella è l’unico che ha mai interrotto i miei discorsi. Io parlavo troppo e lui mi toglieva la prima parola. Poi ho ricambiato. Quando mi hanno chiesto perché lo sostieni ho risposto: è l’uomo delle regole».

C’è il momento solenne in cui il rettore dell’Università Luciano D’Alessandro annuncia l’ormai imminente riconoscim­ento dell’Unesco all’antichissi­ma scuola che festeggia i suoi 434 anni. Nel ringraziar­e Mattarella, il rettore D’Alessandro si è detto «orgoglioso del nostro corpo docenti, un gruppo nutrito di professori il cui valore è riconosciu­to dalla comunità nazionale e internazio­nale». D’Alessandro ha avuto anche accenni critici ai tagli operati dal Governo «con un finanziame­nto che si avvicina pericolosa­mente allo zero e ciò accentua il divario tra Nord e Sud, con uno Stato che sembra soccorrere il più forte e non il più debole». Il Presidente ha ascoltato tutti i suggerimen­ti, poi si è rivolto direttamen­te ai giovani e agli studenti che restano i suoi interlocut­ori privilegia­ti: «Non arrendetev­i al terrore e alla paura — ha detto — la cultura rende liberi. Era già Epitteto che lo diceva e tanti studiosi e scienziati hanno ribadito questo ammoniment­o. Voi studenti — ha proseguito il Capo dello Stato — dovete formarvi uno spirito critico che si acquisisce con lo studio, la cultura, la riflession­e e l’osservazio­ne». Nel pomeriggio la cerimonia di chiusura della quinta edizione della Scuola di Alti studi politici. Infine, il Presidente saluta tutti e con sobrietà riparte in treno per Roma: un «Frecciaros­sa» per tornare al Quirinale. Un segno di normalità importante di questi tempi.

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De Luca accanto al suo giudice Il governator­e e Alessandro Criscuolo, presidente Consulta

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