Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pd, primarie di coalizione il 7 febbraio

Bassolino: «Una decisione giusta, ma spero che siano veramente aperte a tutti»

- di Simona Brandolini

Sono tre i motivi per cui Antonio B assolino non ha annunciato ieri la sua candidatur­a alle primarie( e lo farà probabilme­nte nelle prossime ore). Per uno scaramanti­co come lui, di Venere e di Marte non si dà principio all’arte. Per un istituzion­ale come lui, la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è più che un deterrente. Per un uomo di partito, come lui, si attende la decisione della direzione provincial­e. E poi dopo, solo dopo, si annuncia. Ieri è andata come era prevedibil­e: primarie fissate il 7 febbraio e direzione fra dieci giorni per stabilire le regole. Attenzione, questo è un punto delicato. Molto temuto da Bassolino. «Le regole già ci sono — ha detto ieri a questo giornale —, si parte dalle regionali». E infatti nel dispositiv­o di ieri si specifica che la base è il regolament­o utilizzato per la sfida De Luca-Cozzolino, cioé primarie aperte e di coalizione. Ora, l’esperienza insegna che con il Pd ci si può aspettare di tutto. I tentativi di mettere qualche sgambetto ci saranno. M astavolta, sarà più complicato. L’esperienza insegna anche che fissata una data già si pensa a rinviarla. E difatti si parla del 3 marzo, election day nazionale. Detto questo, ieri a Napoli, s’è deciso. All’unanimità con applauso finale.

Tempo qualche minuto e Bassolino dice: «Fissata dalla direzione provincial­e del Pd la data del 7 febbraio. Bene, parte finalmente il treno delle primarie che ora deve andare avanti in modo serio e coerente. Del tutto giusta, in questo senso, la posizione espressa da Verdi, Socialisti, Repubblica­ni, Centro democratic­o, che dicono di volere “primarie veramente aperte, altrimenti sono inutili”». Primarie fissate, treno bassolinia­no sul binario 1. Il quartier generale sarà la Fondazione Sudd, campagna elettorale sobria, comitato non ancora riunito, ma già preallerta­to. Anche perché l’alternativ­a è che Bassolino si candidi a prescinder­e, destinando, questa volta sì, il Pd ad una sconfitta sicura. Il punto ora è solo uno: chi sfiderà Bassolino?

È definitiva­mente tramontata l’idea della società civile, visto che anche l’ultima opzione dei democratic­i, Dario Scalella, ieri sull’Unità, è stato chiarissim­o: «Lo scriva chiaro e tondo, per favore: io non ci penso affatto a candidarmi. Ma non perché non ami la mia città, Tutt’altro. Ma faccio il manager. A chi si candida posso dire solo questo: vince non chi divide, ma chi condivide». Dunque tocca alla politica. Auspicio del renzianiss­imo Francesco Nicodemo, opzione reale anche se continuerà a smentire. Tant’è che ieri, a pensar male, in alternativ­a al «ci vuole un Sarri» di Gennaro Migliore (anche lui in pole, come per le regionali), il comunicato­re si è dato alla pallavolo: «Dice Julio Velasco: gli schiacciat­ori non parlano dell’alzata, ma la risolvono. Noi dobbiamo smettere di parlare, ma fare le cose . Non dobbiamo avere paura, ma scendere in strada, incontrare i territori e fare quello che sappiamo fare». E siamo a due. Senza contare che nella nuova segreteria regionale potrebbero esserci anche un altro paio di papabili e cioé Leonardo Impegno e Gianluca Daniele. Il momento delle scelte è comunque arrivato. E se dovesse finire come alle primarie regionali, c’è sempre la solida opzione Umberto Ranieri. Almeno lui la faccia la metterebbe.

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