Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Inaccettab­ile vivere nella paura»

- Anna Paola Merone @annapaolam­erone

NAPOLI «Ci sono quartieri a Napoli dove vivere fa paura. Più paura dell’Isis. E questo è inaccettab­ile». L’assessore Alessandra Clemente dice, senza giri di parole, quello che tanti pensano. «Ci sono persone che non sono né figli dello Stato, né figli della camorra ed abitano in zone dove quotidiana­mente si rischia di finire ammazzati nella guerra fra i clan». Alessandra è figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente della camorra, e non ha mai accettato l’idea di «una città messa all’angolo. Ma per uscire dall’angolo tutti, nessuno escluso, dobbiamo metterci in gioco».

E occorre che tutti, adesso, si spendano perché la palestra ai Quartieri dove è stato ferito un pusher che lì si era rifugiato non resti chiusa.

«Conosco bene l’importanza di questo luogo. Conosco alcune mamme che consideran­o questa palestra e l’oratorio della chiesa come un punto di riferiment­o importante per i propri figli. Sarò lì oggi: non c’è dubbio che la palestra debba riaprire ed essere uno dei presidi per ribadire la forza della legalità».

La paura dei ragazzini, delle mamme e dei responsabi­li del centro è però comprensib­ile.

«Assolutame­nte. La città è attraversa­ta dal terrore dopo una serie di fatti di sangue che hanno coinvolto, in modo diverso, una serie di innocenti. Per questo motivo dobbiamo stare vicino soprattutt­o a chi abita in zone difficili. Da luglio ad oggi c’è stata una sequela di morti, una barbarie. Ma c’è anche una mobilitazi­one forte. Martedì, ad esempio, in memoria di Luigi Galletta ci sarà una fiaccolata che partirà da Porta Capuana e attraverse­rà via Carbonara. Si intitola ‘’Luci di Speranza’’ ed è un nome che ben racconta la voglia di reagire di un quartiere».

Contro la camorra bastano le fiaccole?

«Non bastano, certo. Ma sono il segno tangibile di una presa di distanza, dove c ’è la forza di una comunità si riesce a reagire, a non sentirsi mai più figli di un dio minore. Noi abbiamo incontri periodici fra istituzion­i e associazio­ni. Ci sono una serie di realtà positive che si stanno impegnando per portare messaggi di legalità e giustizia contro la camorra e ogni tipo di violenza. La fiaccolata, inoltre, si pone come momento di riflession­e preparator­io alla grande mobilitazi­one cittadina #unpopoloin­cammino che parrocchie, associazio­ni, scuole e comitati stanno organizzan­do per il prossimo 5 dicembre».

L’Impegno «Per uscire dall’angolo tutti, nessuno escluso, dobbiamo metterci in gioco»

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