Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ravello, il Festival della tensione

Maffettone e Vuilleumie­r: stupiti per le dimissioni di De Masi. E lui: cdi non all’altezza

- Angelo Lomonaco

NAPOLI Dispiacere e sorpresa. Questo ha provocato la «bomba-dimissioni» fatta esplodere da Domenico De Masi, che ha lasciato la presidenza della Fondazione Ravello, con Mario Rusciano, Paola Servillo e Manuela Rafaiani. Sebastiano Maffettone, consiglier­e del governator­e De Luca e vecchio amico di De Masi, come lui stesso si definisce, non nasconde l’amarezza. «Per me è un dispiacere per vari motivi. Per i rapporti personali, perché è una grande personalit­à e perché questo ritarda tutti i programmi della Fondazione». Maffettone si dice molto sorpreso «perché nei giorni scorsi ci siamo incontrati due volte ed eravamo d’accordo su tutto. Siamo stati ore a discutere. Forse ha cambiato opinione per una crisi di stanchezza, per i troppi impegni e i troppi viaggi. O per ragioni personali. Comunque sia, ora dobbiamo risolvere al più presto la situazione». Ma non proverà a convincere De Masi? «Mi sembra che le mie possibilit­à teoriche e pratiche siano esaurite». Anche Paolo Vuilleumie­r, sindaco di Ravello e componente del consiglio di indirizzo, è dispiaciut­o e stupito. «Avevo puntato tutto su De Masi per rilanciare la Fondazione e tornare ai successi del passato». De Masi ha dichiarato apertament­e di essere contrario al concorso per scegliere il segretario generale e non ha fatto mistero di avere nomi da proporre per la direzione artistica. «Io credo che un’intesa fosse possibile», dice Vuilleumie­r: «Però dal primo momento i soci fondatori hanno scelto di adottare una procedura di evidenza pubblica per garantire la massima trasparenz­a. In base allo statuto a scegliere il segretario è comunque il cda. Del resto la maggioranz­a del cda avrebbe potuto forzare le cose e nominarlo. No, io non penso che sia solo questo il motivo della rinuncia». Oggi Vuilleumie­r vedrà Maffettone e presto ci sarà un incontro con la Provincia.

E De Masi, cosa farà? Cercherà di incontrare De Luca? «Se il presidente vuole parlare ne sarò ben lieto, non mi sottraggo a nulla. Ma dirò che così com’è la situazione è ingovernab­ile. Il consiglio di indirizzo non è al livello di una fondazione che deve gestire un Festival che vuole essere tra i primi d’Europa. Eppure, quando mi hanno nominato presidente, io ho detto subito cosa volevo fare. Ho spiegato che puntavo a destagiona­lizzare il turismo promuovend­o quattro festival, e vorrei organizzar­e una scuola di management culturale. Poi è necessario lanciare l’Auditorium, che è in uno stato indecente nonostante abbia solo cinque anni. Ma non c’è mai stata manutenzio­ne. Il Comune dovrebbe darlo alla Fondazione però rinvia sempre». De Masi spiega anche che il festival primaveril­e dedicato alla natura era già approvato. Quello estivo era in programma a giugno. «In passato, presentava­mo il Festival alla Bit di Milano a metà febbraio. Ora siamo a zero». Perché? De Masi spara a zero. «Non si può fare con un cdi fatto da inesperti. Io ho proposto Oliviero Toscani, Massimo Lo Cicero, Cesare De Seta, Franco Di Mare, che ho sentito e sarebbero disponibil­i. Ma la Regione non mi ha mai risposto. Anzi, Maffettone ha dato altri nomi. Non mi intere s s a c hi s ono, ma i l l oro l i ve l l o. Adesso di alto livello c’è solo Mimmo Paladino, che infatti non viene mai».

De Masi Io ho proposto alcuni nomi ma non mi hanno risposto e Maffettone ne ha fatti altri

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