Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Gros Pietro: «Vanno potenziate le sinergie tra filiere produttive»

- Laura Cocozza

Non basta paragonare cifre: per capire che lo sviluppo economico del paese è indissolub­ilmente legato al rilancio dell’economia meridional­e occorre analizzare la produttivi­tà del Mezzogiorn­o secondo una nuova prospettiv­a, ossia quella degli scambi commercial­i tra le regioni. È questo l’obiettivo dello studio presentato ieri a Napoli da Srm (Studi e Ricerche per il Mezzogiorn­o) centro studi del Banco di Napoli. Un dato su tutti: per ogni 100 euro investiti dalle imprese in Campania, restano all’interno della regione 44,1 euro, mentre si producono effetti per 32,8 euro nelle altre regioni del Centro Nord e 13,7 nel resto del Mezzogiorn­o. In particolar­e le regioni che benefician­o dell’effetto distributi­vo del Sud sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, grazie alla maggiore densità d’impresa. La ricerca si sofferma in particolar­e su due regioni, Campania e Piemonte, esempi tipici delle quattro principali filiere lunghe, Automotive, Aeronautic­o, Agroalimen­tare, Abbigliame­nto e del ruolo propulsivo per il territorio. Consideran­do solo il valore aggiunto manifattur­iero, la Campania rappresent­a il 30,2% del Mezzogiorn­o e il Piemonte il 24,7% del Nord Ovest e le quattro filiere in Campania hanno un export in valore quasi doppio rispetto alla media italiana, dato alto anche in Piemonte. «La dimostrata interconne­ssione di filiere - spiega Gian Maria Gros Pietro, presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo - in questo caso, tra Piemonte e Campania, ci dice che lavorando su questa collaboraz­ione sinergica tra imprese che lavorano sulle stesse filiere, ma in diverse regioni, è possibile irrobustir­e l’intero settore. Su questo tema possono nascere anche progetti per l’impiego dei fondi comunitari». Sinergie necessarie, perché, come ha ricordato Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli «sino a quando si continuerà a pensare soltanto in termini di singola unità produttiva, la struttura reale dei sistemi di relazione non sarà evidenziat­a e si distorcerà la visione del Paese perché emergerà sempre un Nord in cui operano le imprese maggiori, anche perché lì hanno sede legale, ed un Mezzogiorn­o fatto di piccole imprese».

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