Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il commissario inviato da Camusso: «La Cgil non ha più nemmeno una sede a Bagnoli»
Spadaro, commissario inviato da Camusso «Ecco cosa ho trovato»
Un calabrese di Reggio che vive a Roma, guida da anni il sindacato dei pensionati della Puglia e, da metà dicembre, è stato chiamato (anche) a risollevare le sorti della Cgil Campania. Eppure Giuseppe Spadaro, il commissario inviato da Susanna Camusso a Napoli, non sembra preoccupato: «C’è tanto da fare, e ne sono consapevole, ma questa sfida mi affascina parecchio». Poi si ferma, sorride sornione, e riattacca: «Il mio modo appassionato d’affrontare la questione non significa che in futuro debba essere io il segretario generale regionale. Non c’è nulla di scritto, di prestabilito: lo voglio dire con grande chiarezza per sgomberare il campo dagli equivoci. Anzi, l’intenzione è dare spazio ai giovani. Facce nuove».
A proposito, commissario, quanto resterà in carica?
«Il mio mandato è di sei mesi, poi sarà il direttivo nazionale a doverlo eventualmente confermare».
E’ ovvio, però, che la missione per cui è stato scelto richiederà più tempo. Almeno un anno, se tutto va bene: non crede?
«Il tempo servirà, certo, ma sarei contento se già nel 2016 si potesse arrivare a un congresso, in attesa della scadenza naturale della legislatura Cgil prevista nel 2017. Quando si dovrà comunque tornare al confronto nelle assise regionali».
Quali sono i suoi principali obiettivi?
«Direi che ci sono due macroproblemi da affrontare. Uno è il necessario ritorno dellaCg il Campania tra la gente, nei territori. Non si può fare sindacato nel Palazzo. Non è possibile non essere neanche a Bagnoli...».
Che significa non essere neanche a Bagnoli?
«Lo spiego subito: quando abbiamo incontrato il commissario di governo Salvo Nastasi per parlare dell’area ex industriale, ho chiesto alle strutture di organizzare una discussione con iscritti e dirigenti sul posto, nella sede di Bagnoli. Che al paese mio è oltretutto un luogo simbolo della città, della regione e del Sud».
Ebbene?
«Mi sono sentito rispondere che da qualche anno la Cgil non ha più alcuna sede a Bagnoli. Ce ne sono a Cavalleggeri Aosta e Pozzuoli, ma lì niente. Non è possibile né tollerabile».
Per cui?
«La (ri)apriremo presto. E faremo così in tanti altri luoghi. La Cgil dovrà tornare a essere pre- sente con i suoi simboli, i suoi servizi — dai Caaf all’Inca — e suoi volontari in 170-180 sedi regionali. Razionalizzeremo dove è necessario, dove magari ci sono più strutture a poche centinaia di metri per essere nuovamente al centro del sindacato».
A proposito di razionalizzazioni, il secondo macro-problema a cui faceva cenno è il risa-
namento dei conti? E visto che ci siamo, a quanto ammonta il deficit della Cgil in Campania?
«Premesso: nel mio mandato c ’è il risanamento economico della Cgil Campania e della Camera del lavoro metropolitana di Napoli. Quanto al deficit, pur non avendo ancora completato del tutto l’analisi dei conti, posso dire che siamo intorno ai 5,5 milioni di euro. Un problema che coinvolge per circa metà dell’importo le società dei servizi e viene in buona parte da lontano. Almeno dal 2010, dove si sono (per ora) fermate le mie verifiche. C’ era bisogno di invertire il trend, altrimenti la questione sarebbe diventata ingovernabile. Non ho riscontrato dolo, ci mancherebbe, ma una svolta serviva».
Quando presenterà il piano di risanamento della Cgil Campania?
«Spero entro fine marzo».
Lacrime e sangue?
«Ci saranno delle necessarie razionalizzazioni di spesa, questo è inevitabile ».
In soldoni?
«Risparmi da 500mila euro in su».
Il palazzo di via Torino lo venderete, lo affitterete ad altri, anche in parte?
«Sono in corso valutazioni importanti. Piazza Garibaldi sta cambiando faccia e presto anche via Torino assumerà un altro aspetto. Il che vuol dire che il palazzo avrà un valore molto maggiore. A ogni modo bisogna ga-
rantire alla Cgil una sede adeguata, funzionale e raggiungibile. La decisione non è stata ancora presa, ma è un fatto che la gestione del nostro edificio ricade pesantemente sui bilanci».
Nel senso che è fonte di deficit?
«In questo senso».
Quanto spende la Cgil Campania per la sua sede ogni anno?
«Dai 6 ai 700mila euro: tra gestione, manutenzione utenze, pulizie. E così non si può andare avanti».
E le società dei servizi?
«Ma se per un modello 730, che a noi costa qualcosa come 30 euro, lo Stato ristora appena 1415 euro...».
Dunque?
«Dobbiamo prevedere un minimo di pagamento per chi, utente, se lo possa permettere. Dai 5 ai 15 euro in base al reddito, fermo restando che le fasce più deboli, direi fino a 8mila euro di reddito, resterebbero comunque esentate dal pagamento».
Prima parlava di volontari.
«Tanti, soprattutto tra i pensionati dello Spi, ci hanno dato la disponibilità ad aiutare la Cgil nel ritorno sul territorio. Per loro abbiamo previsto un abbonamento ai mezzi pubblici e predisposto la convenzione per un telefonino da 20 euro al mese (traffico incluso)».
Dalla Cgil alle primarie del centrosinistra. Come vi comporterete?
«La Cgil resterà fuori dalla competizione. Punto e basta. E io vigilerò affinché in nessuna struttura confederale si ospitino discussioni dove è prevista la presenza di candidati alle primarie. Ognuno è libero di fare e pensare ciò che vuole, ma non può associare il nostro sindacato a una parte politica».
Oggi c’è la segretaria generale Susanna Camusso a Caserta. Vi confronterete sulla Campania?
«Ci confronteremo con lei e con tutti i dirigenti e delegati della regione. La Cgil in Campania è ripartita».
Dopo aver incontrato Nastasi volevo riunire gli iscritti a Coroglio Ma la sede non esiste più da anni La riaprirò L’obiettivo principale è riportare la Cgil tra la gente Se si sta chiusi nel palazzo si diventa perdenti Il deficit? Più di 5,5 milioni Solo via Torino costa 700mila euro l’anno In arrivo il piano di risanamento Vigilerò attentamente affinché la nostra organizzazione resti ben lontana dalle primarie. In nessuna sede saranno consentiti confronti con i candidati