Corriere del Mezzogiorno (Campania)
APPLE, UNA NUOVA «VISION» DI NAPOLI
Era auspicabile l’entusiasmo di addetti ai lavori e opinione pubblica per l’arrivo a Napoli di colossi come Apple e Cisco. Molto meno le polemiche delle ultime ore fomentate da alcuni politici.
Già avevano mal digerito l’investimento della società di Cupertino, per non dover ammettere l’impegno del governo nella scelta di Napoli come sede del Centro di Sviluppo App. Da unpa iodi giorni, divenuti tutti improvvisamente esperti di economia digitale, straparlano di corsi a pagamento, stage non pagati, posti di lavoro inventati. Ci vuole spirito zen e un po’ di pazienza nel ripetere ancora come stanno le cose.
Apple aprirà a Napoli il primo centro europeo in cui formerà 600 sviluppatori a ciclo. I corsi saranno gratuiti. Quindi saranno formati migliaia di giovani la cui occupabilità è altissima, non solo perché sono figure molto richieste dal mercato del lavoro, ma anche perché la App Economy ha amplissimi margini di crescita. Per loro sarà facilissimo essere assunti in aziende dell’economia digitale. A loro volta molti avvieranno startup che daranno lavoro a tanti giovani, come la storia di questi anni ci insegna. Quando diciamo 600 posti di lavoro, usiamo una formula conservativa, perché i posti derivanti da questo investimento, quelli diretti e indiretti, saranno molti di più. In verità le polemiche di queste ore sono il residuo di una cultura assistenziale e di una lettura arcaica dei processi politici ed economici. Forse qualche politico aveva interpretato il Centro Apple come un tempo giudicava le aziende di Stato che aprivano nel nostro Mezzogiorno. Antonio Polito l’ha detto meglio di tutti dalle colonne di questo giornale. Apple e Cisco che investono nella formazione dei nostri giovani, nel capitale umano straordinario di cui disponiamo, sono la migliore assicurazione per il futuro. Sono la scommessa sul Sud che ha in sé, e non fuori di sé, le potenzialità per uscire dalla crisi produttiva ed economica degli anni passati. A chi minimizza e polemizza su Apple e Cisco a Napoli consiglio di perdere 5 minuti a parlare con i dirigenti delle imprese che operano in questo settore, o con i giovani startupper napoletani, o con gli accademici che prima di altri hanno intuito la svolta che questi investimenti avranno per la nostra città. C’è un’euforia contagiosa come se Napoli non aspettasse altro che questa grande iniezione di fiducia.
Allora la politica ha una responsabilità enorme: favorire gli investimenti in questo settore, sostenere progetti digitali di partnership pubblico-privato. In tre parole mettere a sistema, sviluppando attorno a Apple a Cisco e a tutti gli altri player globali, che già sono qui e che qui arriveranno grazie alla ritrovata attrattività di Napoli, un polo digitale. Serve all’economia e al lavoro, ma serve anche alla riqualificazione di pezzi interi della città. Siamo ormai in campagna elettorale per le amministrative. Le discussioni sono quasi tutte concentrate sul peso del passato, raramente sul presente della città. Mi sarei aspettato che gli investimenti di Apple e Cisco trovassero una loro centralità nel dibattito. Così non è stato, non ancora perlomeno. Ma la sfida è lanciata. C’è da costruire una nuova visione della città. C’è da progettare la Napoli Futura.