Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La presidente del Comitato per Chiaia: «Più controlli, pronte nuove denunce»
Caterina Rodinò: «Non siamo contro i locali ma è urgente il rispetto delle regole»
«Sbaglia chi pensa che noi siamo contro locali e baretti. Noi siamo contro una Amministrazione e uno Stato che non fanno rispettare le molte regole che esistono da tempo e che potrebbero garantire i diritti dei residenti nelle aree della movida».
Caterina Rodinò è l’energica e informatissima presidente del Comitato Chiaia Viva & vivibile, che da tempo è attivo per «restituire la vivibilità al quartiere, nell’interesse di tutti».
E come si restituisce la vivibilità al quartiere?
«Semplicemente restando sui binari delle regole che ci sono. È sorprendente che l’ Amministrazione si affanni a cercare nuove strade per riportare l’ordine in zona. Stupisce anche che i Comitati per l’ ordine e la sicurezza non considerino che gli strumenti per Chiaia, ma anche per le altre zone della città interessate dalla presenza di tanti esercizi pubblici e dalla movida, già esistono».
Qualche esempio?
«La delibera 71 del dicembre 2014 che inserisce Chiaia, oltre al centro storico, nell’area A Unesco. E che indica specificamente che sono espressamente vietati gli arredi in plastica e i teli verticali in plastica per dividere gli spazi esterni. Basta dare uno sguardo in piazzetta Rodinò per rendersi conto di come questa norma sia disattesa. Sarebbero consentiti solo arredi in ferro battuto o legno e comunque in spazi ben definiti».
I molti tavolini che sono all’aperto hanno l’autorizza-
zione per l’occupazione di suolo pubblico?
«Non tutti. E non tutti restano nell’ambito dei permessi di cui dispongono, che in alcuni casi non superano i 4 metri quadrati e fanno riferimento ad un paio di sedute con tavolino. Il Comitato comunque periodicamente fa verifiche sui permessi richiesti e rilasciati e periodicamente abbiamo riscontrato che la maggioranza si allarga ben oltre gli spazi consentiti».
Con i vigilantes pagati dai titolari dei locali è andata meglio questo weekend?
«Ci sono alcune denunce già pronte che riguardano vico Belledonne. Dove i locali sabato hanno sparato musica ad alto volume con le porte aperte e servito alcolici ben oltre l’ora- rio consentito. Abbiamo video e materiale fotografico. E, comunque, vigilantes a parte sono state dette tante cose non vere sull’impiego della polizia municipale, che in base alla delibera 5 del marzo 2012 potrebbero essere impiegati a pagamento dai privati solo per
eventi eccezionali».
Se il sindaco le chiedesse un consiglio...
«Gli direi di blindare questa Ztl 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Che senso ha tenere aperta un’area dove non ci sono strisce blu? Significa solo contribuire ad accrescere il caos. Dunque telecamera in vico Belledonne sempre attiva, come quella di piazzetta Rodinò. Questo significa dare una prima vera risposta ai residenti che, comunque, per raggiungere i posti auto nei cortili e nei garage in zona affrontano sfide impossibili».
A Chiaia stanno aprendo molti nuovi locali. Cosa consiglia di fare a chi si ritrova vicini «molesti»?
«Innanzi tutto inviare una raccomandata al condominio del quale fa parte il locale e poi di procedere con le denunce. Le prevaricazioni sono tante. Anche le tende dei locali in via Bisignano non hanno alcuna autorizzazione e sono state oggetto di denunce».
Ma cosa rischia il locale che viene denunciato?
«Poco. Tecnicamente dopo tre multe scatta la diffida e poi la chiusura. Ma fra una procedura burocratica ed un’altra gli atti non sempre imboccano la via maestra e alla fine le conseguenze di una denuncia si dilatano. Ma il Comitato non molla e va avanti nella sua opera. Intanto vorrei che fosse chiara una cosa: l’accoltellamento di dieci giorni fa non va strumentalizzato. Quello è un episodio isolato. Gli altri problemi sono continui e quotidiani».
Restituire vivibilità deve essere interesse di tutti Ci sono bar che sparano musica alta fino a notte Abbiamo raccolto video e fotografie, questa zona andrebbe blindata H24 contro i troppi delinquenti