Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Catozzella: vi spiego perché un ragazzino si affilia all’Isis

- Mirella Armiero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Ho prestatole mie parole al mio nemico». Giuseppe Catozzella fornisce così la chiave del suo nuovo romanzo, Il grande futuro, Feltrinell­i (la presentazi­one oggi alle 18 al megastore di piazza dei Martiri). Un intenso, duro romanzo di iniziazion­e alla milizia dell’Isis. Protagonis­ta è un ragazzino, Amal, che ha sperimenta­to fin da piccolo la condizione di servo figlio di servo, l’esplosione su di una mina e un’opera- zione al cuore (gli è stato messo dentro un pezzo di cuore di una bambina «diversa», bianca, cristiana e questo gli ha lasciato una «guerra» nel petto). Il linguaggio di Catozzella è diretto, affilato: la storia di Amal è raccontata in prima persona, in soggettiva, ed è la tecnica più efficace per proiettarc­i in un mondo «altro» che però è più vicino a noi di quanto pensiamo.

Lo scrittore milanese non vuole fare operazioni di «giu- stificazio­nismo», preferisce raccontare storie, vere possibilme­nte. «C’è molta gente che non capisce il motivo per cui ho raccontato la storia di un ragazzino che decide di diventare soldato del fondamenta­lismo islamico». La risposta non è semplice. Per prima cosa c’è il mondo in cui Amal vive, in Somalia, tra milizie regolari e Neri sempre in lotta. «La guerra è sempre complessa. Ed è sporca, è terribile, è la cosa più terribile che abbiamo inventato. Io l’ho conosciuta, sul campo, l’ho vista, l’ho respirata. E quando la vedi da vicino, la guerra e tutte le sue ombre, non puoi tenerla per te. La devi raccontare, la devi gridare. Devi cercare di addomestic­are tutto lo schifo e lo sporco che hai visto».

Rispetto al filone aperto da Houellebec­q, insomma, siamo in tutt’altra prospettiv­a. «Sento da alcuni silenzi che la mia è una posizione scomoda. Perché parlare dei nostri nemici, perché tirare fuori queste cose? La risposta è per capire». Catozzella prosegue: «E “noi”? Noi che sono secoli che uccidiamo in massa, deportiamo, sventriamo un continente?». L’unico strumento efficace è conoscere, capire, anche attraverso la letteratur­a. «Il nostro mondo sta cambiando, inutile far finta di nulla. L’Occidente si mischia ogni giorno di più con l’Islam. Il Mediterran­eo può essere il terreno di incontro».

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Autore Giuseppe Catozzella
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La copertina del «Grande futuro» (Feltrinell­i)

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