Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La solitudine di Ida fra sesso e sacrificio
Lei si chiama Ida, è un’insegnante quarantenne proveniente dal territorio napoletano e si è trasferita alla periferia di Roma per motivi di lavoro. Ha una malformazione al piede ma soprattutto un vuoto interiore legato allo sradicamento e all’assenza di un amore vero. È il ritratto della protagonista di «Weekend» l’ultimo testo della trilogia del Teatro da Camera (assieme a «Le cinque rose di Jennifer» e a «Notturno di donna con ospiti») che Annibale Ruccello scrisse nel 1983.
Lavoro fra i meno rappresentati del drammaturgo stabiese, da stasera e fino a domenica riprenderà vita al Piccolo Bellini (la seconda sala del teatro di via Conte di Ruvo) grazie a Margherita Di Rauso, in scena con Giulio Forges Davanzati e Gregorio Valenti, nei ruoli di un impacciato studente a cui la protagonista impartisce lezioni private e un idraulico chiamato per un guasto. Con loro e nelle due giornate raccontate nel testo la donna crede di sopperire alla man- canza di affetto vivendo esperienze sessuali liberatorie ed estreme, con tanto di rito finale e sacrificale.
«E’ un testo complesso – spiega il regista Luca De Bei -, che affronta tanti temi, ma che parla soprattutto di solitudine. Ciò che mi ha subito colpito in questa pièce è il senso dell’irreale calato nella quotidianità, una delle connotazioni più originali della scrittura di questo autore che ci ha lasciato troppo presto». La cui efficacia è figlia anche di grandi inte r pret az i oni. Come quell a originale del primo «Weekend», diretta dallo stesso Ruccello e affidata a Barbara Valmorin. «Da molti anni – co nc l ude De Be i - a ve vo i n mente di portare in scena questo spettacolo, ma aspettavo l’occasione e l’attrice giusta. Quando mi sono imbattuto in Margherita ho capito che non poteva che essere lei: la sua forza, unita al talento e alla versatilità ne faceva un’ideale interprete ruccelliana».
Omaggio Il lavoro teatrale è uno fra i meno visti di Annibale Ruccello