Corriere del Mezzogiorno (Campania)
LA NUOVA STAZIONE VANTAGGI E RISCHI PER LA CITTÀ DI POMPEI
Caro direttore, l’idea di una nuova stazione ferroviaria a Pompei per favorire i flussi turistici sembrerebbe, ad una prima riflessione, una buona idea. Sembrerebbe però, perché essa solleva comunque qualche perplessità
La prima è che una nuova stazione, moderna, efficiente e probabilmente dotata di ogni genere di servizi, almeno da quando si apprende dai giornali, appare in forte contrasto con la modesta qualità urbana di Pompei e soprattutto con gli innumerevoli problemi che da sempre affliggono il funzionamento degli scavi. Non è perciò irragionevole la preoccupazione di trovarsi ancora una volta di fronte alla solita logica che guida gli interventi pubblici in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno, quella cioè di privilegiare le iniziative di grande risalto mediatico — quale sarà appunto la nuova stazione super attrezzata e servita dall’alta velocità — rinviando sempre la soluzione di tutti i problemi che non garantiscono alcun ritorno mediatico — la riqualificazione urbana, l’efficienza dei servizi, la sicurezza e quant’altro —. Insomma, è fuori discussione che una nuova e moderna stazione come quella prevista per Pompei possa favorire l’ aumento dei flussi turistici, ma è altrettanto fuori discussione che questo risultato positivo verrebbe a cadere se dovessero permanere le attuali condizioni di degrado del territorio e le difficoltà ancora presenti nel funzionamento del sito archeologico. Perciò sarebbe stato forse meglio creare prima le nuove condizioni di accoglienza necessarie ad una quantità maggiore di turisti e solo dopo occuparsi di fornire loro un più rapido e comodo percorso di viaggio.
Una seconda perplessità riguarda invece il rischio che possa essere proprio questa inversione di priorità( prima la scintillante stazione e po ila riqualificazione urbana) a provocare attorno alla nuova struttura ferroviaria un adi quelle incontrollate fioriture di servizi commerciali e di attività di intrattenimento che spesso finiscono spesso per trasformare l’ambiente urbano in una sorta di parco dei divertimenti, cosa che non gioverebbe sicuramente all’immagine di Pompei e quindi al suo stesso rilancio turistico. D’altra parte nel nostro Paese e sopratutto nel Mezzogiorno non sono stati pochi i casi di opere pubbliche nate per riqualificare uno spazio urbano ed alla fine rivelatesi il rimedio peggiore del male. È il caso, ad esempio, della nuova stazione di piazza Garibaldi a Napoli che, invece di creare migliori livelli di vivibilità nella piazza e nell’area adiacente, come era previsto che facesse, ha finito solo per moltiplicare il caos ed il degrado preesistenti. Non sarà probabilmente questo il caso della nuova stazione di Pompei, ma quello che si è visto in Campania negli ultimi decenni suggerisce una particolare attenzione nel collocare in contesti più o meno degradati strutture moderne, attrezzate perl’ intrattenimento e per gli svaghi e di forte attrazione mediatica.
Infine, una terza perplessità riguarda il motivo stesso alla base della nuova stazione e cioè l’aumento delle le presenze turistiche. La domanda è se sia proprio conveniente ad una città come Pompei aumentare ancora il traffico turistico, quando già og- gi essa è la seconda località d’Italia per numero di visitatori. Purtroppo questa domanda, che tutti gli operatori turistici dovrebbero porsi, viene molto raramente presa in considerazione, ritenendo valido il principio secondo cui «più turisti ci sono e più soldi entrano». In realtà le cose non stanno proprio così perché, come è stato da tempo dimostrato dagli studi di economia del turismo, il guadagno ottimale di un qualunque traffico turistico si ottiene solo quando il numero delle presenze turistiche non supera la soglia del così detto« carico turistico », cioè della quantità massima di turisti che un territorio può ospitare. Il «carico turistico» è quindi una soglia, al di sotto della quale il costo di ogni singolo turista è sempre minore dei benefici che esso può apportare e quindi la formula «più turisti ci sono e meglio è» è certamente la più conveniente. Ma quando i visitatori superano la soglia del «carico turistico», dove cioè il costo per il mantenimento di ogni turista è sempre maggiore dei benefici prodotti dai suoi consumi, allora la formula del «più turisti ci sono e meglio è» si rivela nient’altro che un disastro. Comunque, poiché a Pompei non è mai stata fatta una stima del «carico turistico», almeno a quanto sene sa, sarebbe opportuno che l’ amministrazione locale cominciasse a valutare i rischi derivanti da una eccessiva presenza di visitatori. Che è proprio quanto lodevolmente ha fatto in questi giorni il sindaco di Capri che, per evitare il sovraccarico turistico sull’isola, ha rinunciato al servizio del Metrò del mare.