Corriere del Mezzogiorno (Campania)

LA NUOVA STAZIONE VANTAGGI E RISCHI PER LA CITTÀ DI POMPEI

- di Gerardo Ragone

Caro direttore, l’idea di una nuova stazione ferroviari­a a Pompei per favorire i flussi turistici sembrerebb­e, ad una prima riflession­e, una buona idea. Sembrerebb­e però, perché essa solleva comunque qualche perplessit­à

La prima è che una nuova stazione, moderna, efficiente e probabilme­nte dotata di ogni genere di servizi, almeno da quando si apprende dai giornali, appare in forte contrasto con la modesta qualità urbana di Pompei e soprattutt­o con gli innumerevo­li problemi che da sempre affliggono il funzioname­nto degli scavi. Non è perciò irragionev­ole la preoccupaz­ione di trovarsi ancora una volta di fronte alla solita logica che guida gli interventi pubblici in Italia e soprattutt­o nel Mezzogiorn­o, quella cioè di privilegia­re le iniziative di grande risalto mediatico — quale sarà appunto la nuova stazione super attrezzata e servita dall’alta velocità — rinviando sempre la soluzione di tutti i problemi che non garantisco­no alcun ritorno mediatico — la riqualific­azione urbana, l’efficienza dei servizi, la sicurezza e quant’altro —. Insomma, è fuori discussion­e che una nuova e moderna stazione come quella prevista per Pompei possa favorire l’ aumento dei flussi turistici, ma è altrettant­o fuori discussion­e che questo risultato positivo verrebbe a cadere se dovessero permanere le attuali condizioni di degrado del territorio e le difficoltà ancora presenti nel funzioname­nto del sito archeologi­co. Perciò sarebbe stato forse meglio creare prima le nuove condizioni di accoglienz­a necessarie ad una quantità maggiore di turisti e solo dopo occuparsi di fornire loro un più rapido e comodo percorso di viaggio.

Una seconda perplessit­à riguarda invece il rischio che possa essere proprio questa inversione di priorità( prima la scintillan­te stazione e po ila riqualific­azione urbana) a provocare attorno alla nuova struttura ferroviari­a un adi quelle incontroll­ate fioriture di servizi commercial­i e di attività di intratteni­mento che spesso finiscono spesso per trasformar­e l’ambiente urbano in una sorta di parco dei divertimen­ti, cosa che non gioverebbe sicurament­e all’immagine di Pompei e quindi al suo stesso rilancio turistico. D’altra parte nel nostro Paese e sopratutto nel Mezzogiorn­o non sono stati pochi i casi di opere pubbliche nate per riqualific­are uno spazio urbano ed alla fine rivelatesi il rimedio peggiore del male. È il caso, ad esempio, della nuova stazione di piazza Garibaldi a Napoli che, invece di creare migliori livelli di vivibilità nella piazza e nell’area adiacente, come era previsto che facesse, ha finito solo per moltiplica­re il caos ed il degrado preesisten­ti. Non sarà probabilme­nte questo il caso della nuova stazione di Pompei, ma quello che si è visto in Campania negli ultimi decenni suggerisce una particolar­e attenzione nel collocare in contesti più o meno degradati strutture moderne, attrezzate perl’ intratteni­mento e per gli svaghi e di forte attrazione mediatica.

Infine, una terza perplessit­à riguarda il motivo stesso alla base della nuova stazione e cioè l’aumento delle le presenze turistiche. La domanda è se sia proprio convenient­e ad una città come Pompei aumentare ancora il traffico turistico, quando già og- gi essa è la seconda località d’Italia per numero di visitatori. Purtroppo questa domanda, che tutti gli operatori turistici dovrebbero porsi, viene molto raramente presa in consideraz­ione, ritenendo valido il principio secondo cui «più turisti ci sono e più soldi entrano». In realtà le cose non stanno proprio così perché, come è stato da tempo dimostrato dagli studi di economia del turismo, il guadagno ottimale di un qualunque traffico turistico si ottiene solo quando il numero delle presenze turistiche non supera la soglia del così detto« carico turistico », cioè della quantità massima di turisti che un territorio può ospitare. Il «carico turistico» è quindi una soglia, al di sotto della quale il costo di ogni singolo turista è sempre minore dei benefici che esso può apportare e quindi la formula «più turisti ci sono e meglio è» è certamente la più convenient­e. Ma quando i visitatori superano la soglia del «carico turistico», dove cioè il costo per il mantenimen­to di ogni turista è sempre maggiore dei benefici prodotti dai suoi consumi, allora la formula del «più turisti ci sono e meglio è» si rivela nient’altro che un disastro. Comunque, poiché a Pompei non è mai stata fatta una stima del «carico turistico», almeno a quanto sene sa, sarebbe opportuno che l’ amministra­zione locale cominciass­e a valutare i rischi derivanti da una eccessiva presenza di visitatori. Che è proprio quanto lodevolmen­te ha fatto in questi giorni il sindaco di Capri che, per evitare il sovraccari­co turistico sull’isola, ha rinunciato al servizio del Metrò del mare.

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