Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ecco perché difendo Borriello
Caro direttore, che si scandalizzi un ragazzo che vota cinque stelle lo posso anche capire; ma che si scandalizzi un veterano della politica lo trovo strumentale. Credo che Tonino Borriello sia una persona per bene, lo penso oggi che ha appoggiato Valeria Valente e lo pensavo negli anni passati, quando appoggiava Antonio Bassolino o Andrea Cozzolino.
Tonino è sempre lo stesso, non è cambiato, non è cambiata la sua cultura di provenienza ed il suo modo di fare politica. Che passa per un rapporto personale molto stretto con i suoi elettori, un rapporto fatto di amicizia, confidenza, ed anche piccole cortesie. Cortesie legali, come dare un euro a chi non lo ha per esercitare il suo diritto di voto. E’ voto di scambio questo? Se lo è, allora è voto di scambio gran parte del voto che viene esercitato in molti quartieri popolari del nostro territorio. Un voto che viene indirizzato da persone che si occupano di po- litica sulla base di un rapporto fiduciario. Tu mi dai fiducia ed io voto chi dici tu, mi fido. Non è il mio modo di fare politica, io credo nella politica fatta di contenuti ampi, di adesione ad un progetto di trasformazione. Ma so bene che è un modo «elitario» di concepire la politica nel nostro territorio. Il voto in gran parte dei quartieri popolari delle nostre città meridionali è un voto di appartenenza, non è un voto di opinione. Non è un mistero per nessuno che si occupi di politica. Se vogliamo considerarlo illegale, deve esserlo sempre, non solo quando fa comodo. E dovremmo limitare il voto ad un terzo della nostra popolazione attiva elettoralmente. Forse questo discorso apparirà razzista o classista per qualcuno, ma non importa. Il re è nudo da tempo, qualcuno fa finta di accorgersene solo oggi. La nostra realtà è quella che conosciamo tutti. Il voto di scambio esiste, occupiamoci di quello, di chi promette posti di lavoro, di chi consegna 50 euro a testa nelle elezioni vere.