Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Paolucci: «Tanti elettori indignati C’è chi ha fatto delle schifezze»
NAPOLI roparlamentare Massimo Pd, Paolucci,già prota-eugonista, in quanto sostenitore di Umberto Ranieri, dei ricorsi del 2011. Dopo cinque anni veste gli stessi panni.
Non si è stufato di fare il Pierino?
«Io sì».
Allora perché le primarie sono finite di nuove a carte bollate?
«Siamo stati “travolti” dalla protesta, dall’indignazione di tanti elettori. Ci abbiamo riflettuto una notte, poi abbiamo deciso. Non presentare il ricorso avrebbe significato essere complici di gravi irregolarità».
Ma si danneggia l’intero partito o no?
«Un danno grave per il partito non è il ricorso di Bassolino, ma le schifezze fatte fuori i seggi».
Insomma non è una contesa tra bassoliniani?
«Facciamo il ragionamento al contrario. Che dovevamo fare? Se noi molliamo la nostra gente il Pd è più forte? Avevo un file, operazione Dolomiti. Per noi era chiaro che quanto più alta fosse la partecipazione,
tanto più potevamo vincere. Antonio ha portato in dote migliaia di elettori che non votavano il Pd da secoli, che non c’entrano nulla con noi».
Non è che non sapete perdere?
«Lo confesso, ancora non riesco a dormire. L’amarezza è grande: ci siamo fermati nella nostra scalata a soli 452 voti dalla vetta. La sconfitta non cancella, né sminuisce il valore della nostra “impresa”. Da soli, a mani nude, forti (solo) delle nostre idee e della nostra passione abbiamo scritto una bella pagina di buona politica».
Non siete proprio dei novelli della politica.
«Certo, ma il partito non era con noi. Poi è arrivato il video di Fanpage, una bomba. Le immagini si commentano da sole, sono terribili. Come facciamo a stare zitti? Non possiamo far finta di non aver visto. Dobbiamo, tutti, avere rispetto per le migliaia di elettori che si sono impegnati in queste primarie».
Orfini, Guerini, Valente, tutti chiedono il rispetto del voto.
«Non è un problema di Bas- solino. Tutti dovrebbero avvertire, invece, l’urgente necessità di difendere le primarie e l’onore del Pd dalle schifezze. Dobbiamo difendere e tutelare chi con impegno civico e passione politica ha votato non solo per Bassolino, ma anche per Valente, Sarracino, Marfella. Se minimizziamo, voltiamolo sguardo da un’altra parte mettiamo tanta benzina nei motori dell’ an tipo litica e del populismo ».
Se i consiglieri immortalati avessero appoggiato Bassolino? Lo facevate lo stesso?
«Bisogna essere intransigenti senza guardare in faccia nessuno. Lo stesso varrebbe per un nostro sostenitore. Die-
ci euro per due voti é una schifezza; portare a votare alcuni cittadini che non hanno alcuna consapevolezza di cosa stanno facendo equivale a prendere a schiaffi le migliaia di napoletani che hanno fatto la fila per andare a votare liberamente».
Ce l’ha con Tonino Borriello, che ha scelto Valente, tradendovi.
«Non parlo di Borriello. Lui è stato “cortese” con gli elettori dando loro la monetina per votare ed io sarò cortese con lui non infierendo e non ripagandolo con la stessa “moneta”. Traditore è un termine che non mi appartiene. Certo, Borriello all’ improvviso ha cambiato opinione dopo che 48 ore pri-
ma aveva raccolto le firme per sottoscrivere la candidatura di Antonio. Non capisco, ma francamente quello che mi inquieta di più è un altro aspetto di questa vicenda».
Cosa?
«Borriello cambia opinione ed automaticamente tutti i suoi elettori cambiano opinione. In una notte avviene una metamorfosi incedibile. Mi rattrista che ancora oggi, dopo il risultato delle primarie non si capisca il “miracolo” fatto da Bassolino».
Claudio Velardi parla dello scontro tra due apparati. Uno di partito e uno civico, diciamo.
«Non sono d’accordo. Antonio con la sua iniziativa ha costruito un ponte, riaperto un dialogo con una parte della società napoletana che ci aveva voltato le spalle. Si tratta di un patrimonio indispensabile per vincere a Napoli. Dopo lo spoglio, domenica notte, ho bevuto una birra insieme ai ragazzi del comitato. Eravamo in 20. Due soli erano iscritti al Pd».
Cosa vuol dire? Che non voteranno mai Valeria Valente?
«Nelle prime dichiarazioni di Valente e dei suoi sostenitori ho letto tanta legittima soddisfazione per il risultato ma scarsa consapevolezza della urgente necessità di coinvolgere e motivare chi alle primarie ha fatto una scelta. Con la presunzione e la boria di maggioranza non si arriva al ballottaggio».
Simona Brandolini
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