Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Telefonata del sindaco: «Date all’imprenditore 50 mila euro in più»
Rifiuti, Di Nardi parla con il pm. L’inchiesta si allarga
NAPOLI Alberto Di Nardi parla, l’inchiesta sugli appalti di Maddaloni potrebbe allargarsi. L’imprenditore arrestato lunedì assieme al sindaco Rosa De Lucia, alla compagna di lei, Cecilia D’Anna, e ai consiglieri comunali Giusy Pascarella e Giancarlo Vigliotta, ha risposto ieri prima alle domande del gip Sergio Enea, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, quindi anche, durante un interrogatorio investigativo, a quelle del pm Carlo Fucci. Nessuna indiscrezione sulle risposte fornite, ma il fatto stesso che abbia deciso di parlare col pm è significativo. L’imprenditore, che è difeso dall’avvocato Raffaele Russo, potrebbe aver fatto le prime ammissioni, fornendo conferme e forse nuovi elementi di accusa. Per oggi è fissato l’interrogatorio di garanzia di De Lucia, assistita dagli avvocati Amedeo Barletta e Mario Corsiero.
Dall’ordinanza di custodia cautelare emerge intanto tutta la disinvoltura con cui si il denaro del Comune di Maddaloni passava di mano. Basta una telefonata del sindaco e la somma di 250.000 euro dovuta a Di Nardi passa a 300.000. Il giorno dopo, Di Nardi ringrazia a modo suo: incontra Rosa De Lucia a casa della madre di lei e le versa la tangente mensile. È il 27 luglio dello scorso anno. L’imprenditore, che con la sua ditta DHI ha l’appalto per la raccolta dei rifiuti, dovrebbe ricevere 250.000 euro, pari alla metà della somma relativa al mese di giugno. Tuttavia 50.000 euro in più fanno comodo e una telefonata di De Lucia a un dipendente comunale, di nome Salvatore, risolve il problema.
Rosa: «Il pagamento a DHI però se possiamo fare trecento anziché il cinquanta per cento, perché...».
Salvatore: «L’abbiamo già fatto». Rosa: «Eh... però tu hai fatto il cinquanta per
cento».
Salvatore: «Il cinquanta per cento della prima trance di giugno».
Rosa: «Eh, lo so... Loro si chiedevano se si poteva fare trecentomila euro».
In un primo momento l’impiegato crede che il mandato di pagamento sia già stato inviato in banca.
Rosa: «Noo! Ma non puoi correggerla, Salvatore?».
L’interlocutore allora si informa e scopre di essere ancora in tempo a fare la modifica.
Salvatore: «Sì, allora se... Eh, infatti sta qua. Eh, allora passiamoli a trecento: tanto, due e cinquanta o trecento...».
La questione è molto importante e alcune ore dopo Rosa De Lucia richiama l’impiegato per essere certa che tutto sia andato liscio.
Rosa: «Salvatore, allora posso dire che hai fatto trecento? Ma quando li mandi in banca?».
Salvatore: «Ma già ci è andata, mi pare, la signora me li ha fatti firmare stamattina quando mi hai chiamato».
Rosa: «Ah, ma tutti e trecento?». Salvatore: «Sì sì sì».
Rosa: «Allora glielo posso dire, ah, ok, che sono andati in banca stamattina. Trecento, va bene, grazie».
Chiosa il gip Sergio Enea: «Ovviamente, il giorno dopo il mandato di pagamento, De Lucia e Di Nardi si incontrano a casa della madre del sindaco (in contrada Montedecori, ndr), come si evince dalle successive due conversazioni telefoniche. È consequenziale: il sindaco si interessa affinché Di Nardi venga pagato, Di Nardi viene pagato e i due si incontrano a casa della mamma del sindaco. Il motivo dell’incontro non può che essere il pagamento della tangente». L’imprenditore arriva in Maserati.
Non è uno sprovveduto e prima di sganciare i soldi chiede a una sua dipendente conferma che la somma sia stata effettivamente accreditata. I due non immaginano che i carabinieri li stanno osservando e filmando; entrano in casa. Qui Rosa manda un messaggio all’impiegato comunale: «Salvatore, i pagamenti, mi raccomando».