Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Casavatore, il consigliere Ramaglia non parla più
Colpo di scena nell’indagine sul voto di scambio. Aveva promesso: farò i nomi dei politici nazionali
NAPOLI Aveva giurato che avrebbe fatto «scendere i santi dal paradiso», che avrebbe parlato del voto di scambio a Casavatore facendo nomi importanti, che contano a livello nazionale. Ma quando i pm l’hanno convocato, Mauro Ramaglia, consigliere comunale ritenuto vicino al clan camorristico dei Ferone, a sorpresa si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una scelta singolare, che lui ha motivato con il cambio di avvocato difensore: il nuovo è subentrato da poco, non conosce le carte e dunque gli ha consigliato di non parlare.
Mauro Ramaglia è accusato (come il candidato sindaco del Pd Salvatore Silvestri, sconfitto al ballottaggio) divo todi scambio e voto di scambio aggravato dalle modalità mafiose: oltre ad avere elargito denaro, buoni pasto e pacchi dono agli elettori, si è servito del sorvegliato speciale Massimo Minichini per convincere gli elettori a votarlo. Accusata di voto di scambio aggravato dal metodo mafioso anche il sindaco Lorenza Orefice, dell’Udc, che si è avvalsa del sostegno di un’ altra( e più consistente) parte del clan Ferone, che è federato con gli «scissionisti» del clan Di Lauro. A favore della Orefice, infatti, si schierarono Paolo Spinuso, Salvatore Ferone e Giuseppe Pellegrino, che picchiarono in strada Minichini per mandare un segnale agli elettori poche ore prima del ballottaggio. In questo modo, secondo la ricostruzione della Procura, riuscirono a ribaltare il risultato elettorale: Silvestri, che al primo turno era in testa, fu scavalcato dalla Orefice. La campagna elettorale fu violenta e piena di episodi gravi, con pestaggi, minacce e intimidazioni. Nell’inchiesta è coinvolto anche il comandante della polizia municipale Anto- nio Piricelli, sponsor di Silvestri; anche lui è accusato di voto di scambio, aggravato dall’abuso di potere. Piricelli era stato nominato dal prefetto, Gerarda Pantalone, comandante della polizia municipale anche di Afragola, ma ha rinunciato dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini. Una persona che, come si legge nell’informativa dei carabinieri, frequenta personaggi ambigui, è stata a un passo dall’assumere un incarico importante e delicato nella città dove ha la sua roccaforte il clan Moccia; nella città un cui sindaco, Vincenzo Moccia, fu arrestato e successivamente condannato per bancarotta fraudolenta.
Nei prossimi giorni davanti ai pm Vincenza Marra e Maurizio De Marco, il cui lavoro è coordinato dall’aggiunto Filippo Beatrice, sfileranno altri indagati che hanno chiesto di essere interrogati dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari; successivamente i magistrati faranno le loro valutazioni e decideranno se chiedere al gip (com’è verosimile) il rinvio a giudizio o l’archiviazione.