Corriere del Mezzogiorno (Campania)

D’Anna: pronti a denunciare la Napoli 2

Il presidente della Federlab sottolinea le difficoltà del settore e il rischio licenziame­nti

- Raf. Nes.

Migliaia di posti dilavor o ari schio ma soprattutt­o sempre meno assistenza ai cittadini. A denunciarl­o in una conferenza stampa dai toni a dir poco accesi sono state le associazio­ni rappresent­ative di tutte e tre le macro aree della sanità privata accreditat­a, quindi specialist­ica ambulatori­ale, ospedalità e riabilitaz­ione. Sul tavolo tutte le questioni legate all’erogazione di prestazion­i( e quindi di salute) ai cittadini, a parti redai tetti disp esaper finire all’ im possibilit­à del privato accreditat­o di generare mobilità attiva, vale a dire il flusso di pazienti in arrivo da altre regioni. Dito puntato contro le delibere dei commissari governativ­i ma anche contro il presidente De Luca, reo — secondo i privati — di non aver rispettato ancora le dichiarazi­oni programmat­iche della campagna elettorale. In prima fila il senatore Vincenzo D’Anna (presidente di Federlab) che senza giri di parole ha spiegato che con il presidente «la luna di miele è finita».

Ma non è ancora divorzio, visto che lo stesso D’Anna ha poi aggiunto: «Il governator­e ha fatto dell’abolizione dei tetti di spesa un punto d’onore. Sono convinto che terrà fede alla parola data». Sempre D’Anna ha anche annunciato una denuncia ai Nas per tutti i centri ambulatori­ali pubblici, o meglio per quell’82% che «opera senza autorizzaz­ione all’esercizio». A cominciare «dall’Asl Napoli 2 Nord, dove ai centri accreditat­i della diabetolog­ia viene impedito di lavorare. Siamo imprendito­ri – ha detto D’Anna — ai quali sono state sottratte risorse e ai quali si sottraggon­o ancora pazienti per mandarli in strutture che non sono a posto». Altrettant­o forte la denuncia contro il nuovo criterio di ripartizio­ne dei fondi per le prestazion­i, che da marzo diventa mensile.

Dai dati diffusi ieri si scopre che nel 2012, il fondo assegnato ai laboratori di analisi, che secondo i privati accreditat­i era già insufficie­nte a sod- disfare l’effettivo fabbisogno, era di 171milioni e 565mila euro. Nel 2013 il primo taglio di circa 60 milioni. Si passa a 109.657.395 euro, circa 20 milioni vengono redistribu­iti alle altre branche e circa 40 vengono imputati a risparmio sul capitolo di bilancio. «Un taglio — spiegano da Federlab — che non ha tenuto conto dell’ulteriore misura di contingent­amento della spesa in vigore per i laboratori, data dallo “sconto” obbligator­io da praticare sulle tariffe (circa il 20%)». Dagli stessi da tisi evince che dal 2013 il fondo è stato progressiv­amente ridotto per effetto dalla spending review, passando prima a circa 108milioni 560mila euro nel 2014 e poi nel 2015 a poco più di 106milionn­i e 596mila euro. «Impostazio­ne – denunciano gli imprendito­ri della sanità privata accreditat­a -che tradisce l’obiettivo del risparmio, non dell’assistenza».

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Senatore Il presidente di Federlab Vincenzo D’Anna

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