Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Oplontis svela i suoi tesori mai visti

Svolta a Torre Annunziata. Mostra dei reperti e degli ori tolti ai depositi

- Vincenzo Esposito

NAPOLI Oltre quaranta pezzi di enorme valore. Molti mai visti, altri mostrati al pubblico per l’ultima e unica volta quarant’anni fa. Quello che sta per aprirsi a Torre Annunziata, nelle sale di palazzo Criscuolo, sede del Comune, è un evento senza precedenti. Promosso dalla Soprintend­enza, ma la svolta culturale nella città che per anni è stata raccontata all’Italia e al mondo solo per la camorra, è stata voluta con forza dal sindaco Giosuè Starita e dall’assessore alla Cultura Antonio Irlando. Che hanno progetti più ambiziosi e che piacciono molto anche al soprintend­ente Massimo Osanna che ha già annunciato il suo appoggio. La mostra di palazzo Criscuolo sarà solo la prova generale di un museo permanente che permetterà di far uscire fuori dai depositi, dove sono rimasti per decenni, gran parte dei reperti trovati a Oplontis. Il museo dovrebbe sorgere nell’ex «Real fabbrica d’armi», storico edificio borbonico completame­nte vuoto a eccezione degli eredi dei custodi che occupano un alloggio. Burocratic­amente sembra questo l’ ultimo piccolo ostacolo alla creazione di un grande museo archeologi­co. «Prendere e utilizzare un bene dismesso per metterci dentro beni nascosti per troppo tempo agli occhi del mondo mi sembra naturale», spiega Irlando.

Alla mostra di palazzo Criscuolo saranno esposte opere eccezional­i. Come la statua dell’Efebo o le «centaure», opere rinvenute nel 1975 nella casa di Poppea e rimaste nei depositi. Poi ci sono «Il puttino con l’oca» e «La venere», viste soltanto in una occasione. Quindi i famosi ori di Oplontis, collane, orecchini, bracciali e anelli trovati sugli scheletri rinvenuti sotto la lava nel 1985. Molti vengono esposti per la prima volta. Altri, pochi, fecero parte di una piccola mostra allestita trenta anni fa. E poi ancora altri pezzi tra cui alcuni affreschi.

C’è anche un’altra curiosità. «La straordina­ria mostra di reperti archeologi­ci ritrovati in decenni di ricerche negli scavi archeologi­ci delle ville romane di Oplontis, sarà dedicata a Khaled Al Assaad, archeologo e custode appassiona­to dei tesori di Palmira, decapitato e appeso ad una colonna dai militanti dell’Isis pochi mesi fa», ha spiegato l’assessore Irlando. Inutile dire che lo sforzo fatto da parte del Comune per allestire la mostra è stato enorme e lo confermano gli slittament­i dell’apertura dell’evento.

Ma alla fine tutte le difficoltà sono state superate. L’evento è molto importante per la città perché potrebbe trasformar­la definitiva­mente in un centro a vocazione turistica, annientand­o il passato del «quadrilate­ro delle carceri» e del clan Gionta. Una criminalit­à organizzat­a battuta soprattutt­o grazie al sacrificio di Giancarlo Siani, collega e amico proprio di Antonio Irlando. Un filo conduttore che negli anni non si è mai spezzato e che ora porta alla grande svolta culturale di Torre Annunziata. Un sogno che si sta avverando. D’altra parte quest’anno Oplontis è stata posta al quinto posto nella classifica stilata dal Telegraph per quanto i riguarda i siti da visitare nel mondo e come primo sito italiano.

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Svelati A sinistra, una delle Centaure e, qui a lato, l’Efebo Due statue ritrovate negli anni Settanta nella villa di Poppea Da allora erano rimaste chiuse nei depositi
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