Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il farmacista che scopre talenti
La «doppia vita» dell’editore da 9 anni alla guida di Cento Autori
«L afarmacia e la casa editrice stanno una di fronte all’altra, sulla stessa strada. Sono collegate con un citofono: io resto dietro il bancone tutto il giorno, e da lì comunico con lo staff». È questa la «doppia vita» di Pietro Valente: su un lato di via Genovesi, a Villa ricca, vende medicinali; sull’altro scopre e pubblica giovani scrittori attraverso la sua casa editrice Cento Autori.
«La farmacia e la casa editrice stanno una di fronte all’ altra, sulla stessa strada. Sono collegate con un citofono: io resto dietro il bancone tutto il giorno, e da lì comunico con lo staff». È questa la “doppia vita” professionale del dottor Pietro Valente: su un lato di via Genovesi, a Villa ricca, vende medicinali; sull’altro scopre e pubblica giovani scrittori attraverso la sua casa editrice Cento Autori. Non solo esordienti, ma anche nomi noti come Maurizio de Giovanni, con una raccolta di racconti in libreria a marzo, Peppe Lanzetta e Cinzia Tani.
Farmacista ed editore allo stesso tempo. Come ci è arrivato?
«Non farei a meno di nessuno dei due lavori, glielo assicuro. Quarant’anni fa sono partito dal lamia città per andare a studiare a Milano, dov emi sono laureato. Una volta tornato a Villa ricca, ho comprato questa farmacia».
Quand’è che ha pensato di intraprendere anche la carriera editoriale?
«Sentivo il dovere di dare qualcosa alla mia città: gli affari andavano bene, e allora ho pensato di ricambiare in qualche modo. Così, nel 2002, ho fondato il premio letterario “Il racconto nel cassetto”, aperto agli aspiranti scrittori. Era un modo per sfatare certi luoghi comuni, che volevano i miei concittadini poco attenti alla cultura e alla creatività».
Come andò?
«Il concorso ebbe subito un gran successo. Cominciammo con un premio da 12 mila euro, me lo lasci dire, sempre sull’unghia. Da subito ci fu un boom di partecipanti: tutti scrittori emergenti, molti di loro giovani e con la voglia di distinguersi. La miscela vincente fu proprio questa: un grosso premio in palio ed un campo, quello letterario, in cui volevano misurarsi in tanti. Quest’anno abbiamo ricevuto 1500 racconti, provenienti da tutta l’Italia. Qualcuno anche dall’estero. La formula funziona ancora».
Il premio è anche un’ occasione per selezionare nuovi nomi per la Cento Autori?
«Sì, con alcuni dei partecipanti stabiliamo una collaborazione duratura che può portare anche alla pubblicazione».
Dopo il premio, nel 2007, è nata la casa editrice. Qua- li sono state le prime difficoltà?
«Forse, all’inizio, un paio di errori li ho commessi. Capirà: una cosa è organizzare un concorso letterario in cui si valutano singoli racconti, e un’altra è dirigere un’attività editoriale a ciclo continuo. Era un mestiere completamente nuovo per me: col senno di poi, ho pubblicato anche qualche libro decisamente scadente, che non ha venduto nemmeno le copie stampate per la prima edizione».
Non c’era nessuno a darle una mano, nelle scelte editoriali?
«Per esserci c ’era, però a volte si sbaglia anche nella scelta dei collaboratori. La mia era un’impresa appena nata, con margini di successo molto incerti. Ho avuto qualche direttore editoriale che forse non ci ha creduto abbastanza, ed ha lavorato al di sotto delle sue capacità».
E poi?
«Sbagliando si impara. Ora ho un team di persone fidate e competenti, e posso contare sul loro entusiasmo. Perché la verità è questa: se si intraprende un progetto di lavoro al di là delle prospettive di guadagno, mettendoci anche un po’ di passione e credendoci, le soddisfazioni poi arrivano. E infatti cominciamo ad avere un’identità forte, come casa editrice».
Qual è il vostro tratto distintivo?
«Cerchiamo di muoverci in più direzioni: da un lato selezioniamo nuovi talenti, sia nella narrativa che nella saggistica; dall’altro cerchiamo di coinvolgere autori già affermati. È il caso di Maurizio de Giovanni: a marzo pubbli- cheremo un libro di racconti inediti. E poi Peppe Lanzetta, Cinzia Tani... e molti altri, italiani e stranieri. Un paio di anni fa abbiamo ripescato persino un Salgari. Queste scelte ci premiano anche nel rapporto con i distributori».
Questo è un problema molto sentito, fra le piccole case editrici. Cento Autori in quali acque naviga?
«Come dicevo, la nostra strategia si è rivelata efficace. Oggi i nostri libri sono distribuiti su tutto il territorio nazionale, tramite Pde, che nel 2014 ha firmato un accordo con Messaggerie. Il fatturato da “esordienti” che abbiamo tuttora non li ha spaventati: evidentemente il nostro progetto editoriale li ha convinti ad impegnarsi a lungo termine, e per adesso questa è una delle mie più grandi soddisfazioni».
Ho iniziato facendo qualche errore, ho avuto qualche direttore di collana che non ci ha creduto abbastanza