Corriere del Mezzogiorno (Campania)
DONNE E CALCIO NON È SOLO PASTA E PATATE
Vale la pena fare una premessa: in Italia resta diffusa l’idea che le donne non siano in grado di giocare a calcio a un livello accettabile, e quindi che il calcio femminile, in ultima istanza, non sia vero calcio. Nonostante l’introduzione dei campionati professionistici. Le donne, insomma, nel calcio sono sì importanti ma non sul rettangolo verde. Sono il termometro dell’umore dei calciatori uomini in qualità di mamme o di mogli. La signora Bruscolotti, moglie del capitano storico del Napoli, Giuseppe intervistata da radio Kiss Kiss ha ben spiegato il concetto: «Lo scudetto di allora aveva il sapore della mia pasta e patate», riferendosi alle cene della squadra a casa Bruscolotti, che allietavano l’umore e cementavano il gruppo. «Solo l’unione tra le mogli e le compagne dei calciatori - ha aggiunto Mary Bruscolotti - può creare l’ambiente ideale per dare ulteriore forza alla squadra». Di tempo ne è passato e qualcosa è cambiato. Il calcio, quello maschio, non è roba per soli uomini e da quest’anno è stato introdotto l’obbligo per le società di serie Ae B di tesserare 20 bambine under 12, obbligo che nei prossimi anni interesserà tutti i club maschili. Il Napoli ha voluto dire la sua alle donne appassionate di calcio, ufficializzando, attraverso il proprio profilo twitter, la nascita della prima squadra femminile proprio nel giorno della festa delle donne. Categoria Under 12, venti ragazzine che sono regolarmente tesserate, hanno un allenatore, uno staff tecnico e sono assimilate al settore giovanile, categoria pulcini. Si allenano sui campi di Sant’Antimo tre volte a settimana. Piccole calciatrici reclutate e selezionate nei pochi vivai femminili della Campania. Il progetto dovrebbe essere quello di creare una squadra femminile, formata da professioniste, che tra qualche anno potrebbero giocare anche al San Paolo. Il nuovo San Paolo, si spera. E non solo per le donne.