Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Alfano: San Gennaro, decreto provvisori­o

Già raccolte oltre 6mila firme, banchetti anche a Roma

- Angelo Agrippa Anna Paola Merone

Ieri il ministro dell’Interno, Alfano rispondend­o ad una interrogaz­ione di Forza Italia ha definito «interlocut­oria la soluzione del decreto per San Gennaro in attesa di assetti definitivi».

NAPOLI Il popolo di San Gennaro è sul piede di guerra. Sa che potrà vincere contro il Viminale e la Curia e difendere il profilo laico del «governo» della cappella del Santo Patrono e del suo Tesoro solo se saprà farsi sentire. È riuscito fino ad ora nel suo scopo portando l’eco della protesta e dell’indignazio­ne di Napoli ben oltre i confini dell’Italia. I notiziari di tutto il mondo — compresi quelli della lontana Australia — hanno parlato dell’«operazione San Gennaro» e della compatta reazione della città.

La protesta è supportata anche alla raccolta di firme sotto la petizione #giùlemanid­asangennar­o, avviata contro il decreto del Viminale. Oltre seimila le adesioni già incassare e, da oggi, sarà possibile aderire alla protesta anche sottoscriv­endo la petizione presso nuovi banchetti, oltre che presso il museo del Tesoro in via Duomo. Corner saranno allestiti al centro di Napoli, in alcuni quartieri popolari, ma anche a Roma, dove il popolo dei fedeli di San Gannaro è numeroso.

La Deputazion­e è intanto al lavoro sul ricorso che dovrà essere presentato al Tar entro il prossimo 4 aprile: ci sta lavorando Riccardo Imperiali di Francavill­a, deputato delegato agli affari legali dell’ente, insieme con l’avvocato Enrico Soprano.

I rapporti la Curia napoletana, che avrebbe tutto da guadagnare dal decreto Alfano, e la Deputazion­e, sono intanto glaciali. Da molto tempo fra il Cardinale Sepe e i Deputati è scomparsa ogni traccia di cordialità, ma adesso si sussurra che le parti sono decise a lasciar cadere ogni residuo garbo formale per vincere una battaglia che si annuncia particolar­mente complessa.

Ieri intanto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha risposto ad una interrogaz­ione del deputato di Forza Italia, Paolo Russo, coordinato­re del partito nella città metropolit­ana. «L’Amministra­zione», è scritto nella risposta del Viminale, «ha inteso ricorrere ad una soluzione interlocut­oria per giungere a definire in tempi brevi un assetto ordinament­ale e organizzat­ivo condiviso, coerente con la vigente normativa e funzionale alle finalità dell’ente, rispettand­o la rilevante importanza storica e culturale della Cappella del Tesoro di San Gennaro».

Da qui, la replica del deputato di Forza Italia alla risposta di Alfano al question time in commission­e Affari costituzio­nali della Camera. «L’unica strada — ha commentato Russo — è il ritiro del decreto del ministro che inopportun­amente è intervenut­o come un pachiderma in una cristaller­ia rischiando di rompere e distrugger­e quel delicato ed irripetibi­le rapporto di fede che vi è tra il popolo napoletano ed il suo Santo Patrono. Al di là della burocrazia deve prevalere il buonsenso. Presidenti della Repubblica, Ministri dell’interno napoletani, nessuno fino ad oggi — ricorda Russo — si era mai peritato di af- frontare con tanta leggerezza una vicenda che afferisce a sentimenti di fede che si radicano in migliaia di anni. Né bisogna utilizzare un decreto per costringer­e la Deputazion­e a “miti consigli”. Ben venga — conclude — una riedizione condivisa dello Statuto, ma senza prescinder­e dalla natura dell’ente che gestisce la cappella del Tesoro di San Gennaro e soprattutt­o nel riconoscim­ento di una storia feconda di impegno civile e vera fede».

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Protesta Nella foto, un momento della manifestaz­ione nel piazzale del Duomo tenutasi sabato scorso

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