Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bagnoli, dal Tar «no al commissario» La sentenza sarà pronta entro fine mese
NAPOLI Il Comune di Napoli ha rinunciato alla richiesta di sospensiva: «Entriamo nel merito», hanno chiesto al Tar della Campania i legali del Municipio che hanno depositato ricorso contro la nomina del commissario straordinario a Bagnoli. E ieri c’è stata l’udienza fissata lo scorso dicembre. Un’ora e mezza circa di dibattimento alla Prima sezione del Tar, presieduta direttamente dal presidente del Tar Campania, Salvatore Veneziano. Presenti in udienza due legali dell’Avvocatura dello Stato; un avvocato inviato dalla Regione Campania; un altro, in rappresentanza degli interessi di Invitalia (il soggetto attuatore che ha chiesto che la discussione venisse spostata a Roma); eppoi Fabio Ferrari e Anna Pulcini, per conto dell’Avvocatura municipale che agiva sul mandato del sindaco, Luigi de Magistris. Il Comune, in questo caso «l’attore», ha battuto il tasto sull’incostituzionalità dell’articolo 33 dello «Sblocca Italia» che ha individuato un commissario straordinario per le bonifiche e la trasformazione urbana dei Bagnoli, nella persona di Salvatore Nastasi; scelta avversata con gran forza dal sindaco, che ritiene come la decisione del governo abbia «svuotato dei poteri il Comune e il Consiglio comunale». Da qui, la decisione di presentare il ricorso. A questo punto, il Tar emetterà direttamente una sentenza. Ma non ha un tempo perentorio per farlo: può infatti impiegarci una settimana, due oppure un mese. Anche se pare che per la fine di marzo il verdetto potrebbe arrivare. Sarà interessante vedere alcuni aspetti: innanzitutto, se il Tar accoglierà o meno le tesi del Comune di Napoli; e se quindi invierà o meno gli atti alla Corte costituzionale per un pronunciamento sulla costituzionalità dell’articolo 33 dello Sblocca Italia. La sentenza, in questo secondo caso, potrebbe tanto consentire al commissario straordinario di operare in attesa di un pronunciamento della Consulta, tanto sospendere l’efficacia del provvedimento di nomina nella sua totalità in attesa della parola della Corte costituzionale. Tutto ciò, sempre ammesso che il Tar accolga le tesi del Comune.