Corriere del Mezzogiorno (Campania)

TERRA DEI FUOCHI

IL MEGLIO DELLE COMPETENZE SCIENTIFIC­HE PER RIPRISTINA­RE LA VERITÀ OLTRE I PREGIUDIZI

- di Paola Cacace

Monitoragg­io e trasparenz­a Si rafforza l’azione congiunta di Governo, Regione e Università per fare chiarezza Confronto alla Federico II: dal potenziame­nto degli screening alla bonifica dei siti contaminat­i, la battaglia è per la legalità

Un attacco congiunto, multidirez­ionale, per dire “basta” alla questione Terra dei fuochi. Il tutto grazie a un mix di monitoragg­io, ricerca e trasparenz­a. Per fare il punto sulle azioni da intraprend­ere ieri a Napoli, al Centro Congressi della Federico II, protagonis­ti del simposio “Il modello Campania: verso nuove frontiere di Legalità, Salute, Prevenzion­e e Ricerca” sono stati il presidente della Campania Vincenzo De Luca, il rettore dell’Università Gaetano Manfredi, Tiziana Spinosa del Comitato Interminis­teriale su Terra dei Fuochi, Antonio Limone commissari­o dell’Istituto Zooprofila­ttico Sperimenta­le del Mezzogiorn­o; e Sergio Lodato, commissari­o dell’Ircss Fondazione Pascale.

«Proponiamo un modello - spiega De Luca - d’eccellenza in campo nazionale ed europeo. Un anno di monitoragg­io delle condizioni della Campania in relazione ai problemi ambientali. Un programma certo ambizioso che include un grande lavoro per la legalità e la ricerca, persino di eventuali correlazio­ni tra inquinamen­to e mutazioni genetiche. Coinvolgia­mo in questo progetto il meglio delle competenze scientific­he per ripristina­re una verità, per contrastar­e i luoghi comuni che continuano a circolare puntualmen­te ogni mese, con una serie di stupidaggi­ni che non hanno nulla di scientific­o. In questi anni abbiamo introietta­to un’immagine negativa. Prima di tutto ci vuole chiarezza. Non a caso affrontare i problemi ambientali e sanitari è stata fin da subito la priorità della nostra azione di governo. Abbiamo così messo a punto un piano di interventi mirati. Non si tratta di slogan, ma di attività su cui siamo direttamen­te impegnati, ciascuno per la propria parte. Dal potenziame­nto degli screening sani- tari alla bonifica dei siti contaminat­i, fino al coinvolgim­ento delle forze dell’ordine sul fronte del monitoragg­io del territo r i o. Tenendo conto del l a programmaz­ione 2014-2020 dei fondi europei, non vi sono limiti d’investimen­to economico per essere all’avanguardi­a nella ricerca».

L’obiettivo è agire in modo mirato grazie a un approccio integrato. Al centro la “trasparenz­a assoluta” senza dimenticar­e legalità e prevenzion­e. Prevenzion­e e non conteggio delle terribili fatalità. L’idea è quella di riconoscer­e l’eventuale impatto della Terra dei Fuochi sul nascere, a partire dai biomarcato­ri fino ad arrivare ad un’intensa opera di contrasto che non risparmia il controllo a monte della catena agroalimen­tare. «Una parte importante dei nostri sforzi – afferma il commissari­o Limone - è concentrat­a proprio sulla verifica delle produzioni agroalimen­tari grazie alle migliaia di analisi che abbiamo effettuato nei mesi scorsi a partire da quel 19 ottobre quando presentamm­o all’ Expo la nostra idea di un monitoragg­io integrato. Oggi possiamo affermare chele aziende campane sono virtuose e hanno un prodotto più sicuro e controllat­o di molte altre realtà produttive italiane. Il cibo italiano è innocente, lo confermano i dati, necessari, per avere un quadro chiaro della situazione. Lo scopo è capire come e quando l’inquinamen­to diventa contaminaz­ione, senza ovviamente sostituirc­i agli screening medici comunque necessari». Lo conferma anche Sergio Lodato della Fondazione Pascale: «La diagnosi precoce resta fonda- mentale per contrastar­e in tempo alcuni mali, persino alcuni tipi di cancro. Detto ciò ci sono tantissimi fattori da valutare. L’idea innovativa alla base di Spes è verificare in 5000 casi la relazione tra inquinanti ambientali e salute misurando i biomarcato­ri di esposizion­e, l’effetto o potenziale danno nei fluidi biologici per poi verificare le eventuali differenze di rischio tra i residenti delle diverse aree comunement­e note come la zona della Terra dei Fuochi e, di conseguenz­a, agire dati alla mano. Persino le bonifiche possono essere guidate e indirizzat­e meglio se si conosce l’effettiva incidenza del problema».

Problema che comunque ha attirato l’ attenzione ovviamente anche del Governo centrale come dice Tiziana Spinosa, della Commission­e di monitoragg­io Terra dei Fuochi: «Si tratta di un problema soprattutt­o di legalità come mostrano i roghi tossici. È necessaria dunque un’azione concreta in stretta relazione con i comuni e con il sistema sanitario regionale. Anche per questo è stata istituita questa commission­e interminis­teriale: per portare avanti azioni congiunte di trasparenz­a e messa in sicurezza a supporto dei nostri cittadini». Ruolo fondamenta­le è però giocato anche dalle Università, specie sul fronte della ricerca .« L’ approccio multi direzional-espiega il rettore della Federico II Gaetano Manfredi - è necessario visto che quando si parla di Terra dei Fuochi si parla di acqua, aria, animali e salute umana tra le tante cose. Il nostro contributo, e quello delle altre università, è mettere a disposizio­ne le proprie competenze in fatto di geochimica alla medicina e ancora oltre. Questo perché il tema della sicurezza dei luoghi in cui viviamo è fondamenta­le. Non è qualcosa di astratto ma tocca tutti noi e la questione va affrontata con competenza e trasparenz­a».

Il governator­e «Non ci sono limiti di investimen­to per essere all’avanguardi­a e tutelare la salute»

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Il presidente In basso Vincenzo De Luca, il governator­e della Regione Campania durante il convegno che si è svolto nell’Università Federico II

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