Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le analisi: il nostro cibo è innocente
Nel settembre 2013, avevo già detto quello che davvero occorreva far sapere sulla Terra dei Fuochi. Avevo espresso tutto quello che di sensato si potesse dire in quel tempo sulla tematica, risultando, peraltro, in controtendenza con la massa che raccontava solo la leggenda del cibo che uccide. Oggi, al di là di ogni ragionevole dubbio, possiamo dire che nessuno ci ha mai smentito, gli studi e i dati scientifici a supporto di quanto affermai allora non sono stati confutati, anzi nel tempo si sono potenziati ed integrati. Il cibo campano è innocente, questa è una verità indiscussa. Abbiamo le prove, abbiamo 20.000 dati a supporto di questa affermazione. Esiste una robusta rete di istituzioni pubbliche, enti di ricerca, università e competenze scientifiche di calibro internazionale che hanno fatto quadrato per intrecciare le loro competenze e dare risposte concrete attraverso un lavoro che non si è mai arrestato. All’ Expo, che ha rappresentato un palcoscenico internazionale del riscatto dell’agroalimentare campano, sono stati presentati i primi dati del piano di monitoraggio integrato di tutta la regione, dati relativi al terreno, superficiale e profondo, all’acqua superficiale e profonda, ai vegetali, al latte, le api, il miele, i gasteropodi e la fauna selvatica. Oggi guardiamo ancora più lontano, ora il nostro obiettivo è rispondere a due domande: è vero che in Campania ci si ammala di più? Quali sono i potenziali effetti dei contaminanti sulla popolazione sana? Esiste una correlazione? Il binomio ambiente – salute è inscindibile, è per questo che stiamo valutando la relazione tra esposizione ambientale e danni alla salute, attraverso uno studio di Epidemiologia trasversale sull’uomo, un’ indagine complessa a causa di diversificate sorgenti di contaminazione ambientale che esistono nel territorio campano, dove lo sversamento illegale dei rifiuti industriali e la combustione puntiforme incontrollata dei rifiuti tossici rendono difficoltoso identificare la popolazione esposta. Concorrono, dunque, diversi fattori ad aumentare una suscettibilità alle patologie cronico-degenerative. Questo studio rappresenta, fuori di dubbio, un elevato livello di ricerca nella Regione Campania al servizio della sua popolazione, un esempio unico di sanità pubblica. Terra dei fuochi ha ferito profondamente questa regione, ha marchiato le produzioni, ha messo in ginocchio i produttori e condizionato negativamente i consumatori, noi abbiamo dimostrato che bisogna andare a fondo, che questa problematica andava affrontata con dati scientifici, gli unici in grado di produrre certezze, e non con dati emotivi che lasciano spazio ad allarmismi e paure. Ieri abbiamo presentato il progetto di ricerca alla Federico II, io insieme al presidente della Campania Vincenzo De Luca, il Rettore Gaetano Manfredi ed il dottor Sergio Lodato. Chi avrebbe mai immaginato che due Istituzioni pubbliche, una deputata alla sanità di prevenzione, l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, e l’altra deputata alla ricerca e cura, polo d’eccellenza oncologico, il Pascale, potessero collaborare ad uno studio unico, che si candida a rappresentare un modello originale di medicina di prevenzione? Tutto è possibile quando la passione per la ricerca, il servizio che le istituzioni rendono al proprio territorio e soprattutto il decisore politico convergono sugli stessi obiettivi.
Commissario Istituto Zooprofilattico di Portici