Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Spes, in campo la ricerca per la tutela dei cittadini

Presto la campagna per avviare i controlli

- R, C.

pes»: acronimo di Studio sull’esposizion­e della popolazion­e suscettibi­le. Ma anche, come spiegato sul portare, «la speranza (dal latino ndr) acronimo di una Campania che non ha intenzione di mollare, che riparte, che riscrive il suo futuro. Soprattutt­o è il nome del piano d’azione della Regione Campania, insieme con l’Istituto superiore della Sanità, l’Istituto zooprofila­ttico sperimenta­le del Mezzogiorn­o e l’Università di Napoli Federico II.

L’obiettivo è valutare se esistano o meno connession­i tra l’inquinamen­to ambientale e le emergenze sanitarie, con le neoplasie. Così, dopo la prima fase che ha riguardato l’ambiente, il grado di inquinamen­to, i rischi per i terreni, ora è la volta della popolazion­e e, a breve, sarà anche avviata una campagna di comunicazi­one per reclutare la popolazion­e da sottoporre allo screening ai fini della ricerca.

L’obiettivo è dunque valutare la relazione tra inquinanti ambientali e salute in Campania, misurando in maniera sistematic­a «biomarcato­ri di esposizion­e, di effetto o danno nei fluidi biologici, al fine di verificare eventuali differenze di rischio e/o di salute fra residenti nelle diverse aree territoria­li campane». «Mettiamo a disposizio­ne dei cittadini le migliori competenze della Federico II - ha affermato Gaetano Manfredi, rettore dell’Ateneo federician­o - Cerchiamo di dare un contributo scientific­o a un tema che sta a cuore a ognuno di noi, che è quello della sicurezza ambientale».

Il commissari­o dell’Istituto zooprofila­ttico, Antonio Limone, ha sottolinea­to che i l l a vo r o s vo l to sul fronte dei terreni ha riguardato «le acque, le f a l de a c q ui fe r e profonde e in superficie».

Al termine delle analisi, «possiamo affermare con certezza che il cibo campano è innocente, non è contaminat­o e ne abbiamo le prove: 20mila dati lo confermano».

Ora, appurata la non pericolosi­tà di quei territori, «si è potuto costruire un quadro chiaro che ci consente di proseguire nel lavoro».

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La sfida In basso Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II di Napoli

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