Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UNA STORIA CHE NON HA VIE D’USCITA
Qualche giorno fa Gad Lerner ha inviato a me, come immagino a tanti e tante, il testo di una lettera di dimissioni scritta dall’onorevole Valeria Valente. Alla prima, frettolosa lettura ho pensato fosse vera. Non ho letto l’ultimo rigo nel quale si diceva che quel testo era «inventato», ho creduto che l’esordio («Apprendo con stupore e rammarico che alcuni miei sostenitori, a mia totale insaputa, domenica scorsa davanti ai seggi hanno offerto un rimborso spese a vari cittadini, sollecitandoli a votare il mio nome») segnalasse un autentico rammarico ed ho provato una sensazione di leggera felicità che l’incedere della lettura rafforzava progressivamente («Avendo io condotto in piena lealtà la campagna elettorale delle primarie, confrontandomi con un candidato che godeva di una popolarità di gran lunga maggiore della mia, mantengo la convinzione di averlo sconfitto politicamente. Ma poiché non mi risulterebbe sopportabile anche solo il dubbio che quei pochi voti finanziati possano essere risultati determinanti ai fini della mia vittoria, nel condannare l’inqualificabile e mai richiesto comportamento di quei pochi sostenitori, ho deciso di rinunciare spontaneamente all’incarico di candidata sindaca di Napoli che ho avuto l’onore di ricevere dagli elettori»). Finalmente dopo una campagna elettorale guidata da opachi sentimenti, slogan autocelebrativi che evocavano parole magiche che avrebbero interrotto quella disaffezione alla politica che ci affligge, che ha radici profonde e che continua ad apparirmi come un segno grave del nostro presente, finalmente una scelta «morale».