Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La sfida frontale al Pd: «Ora li farò ballare»
Pronti i ricorsi, domani manifestazione all’Augusteo: «La mia lista? Deciderò con la città». E critica Orlando
NAPOLI Quando Matteo Renzi a Reggio Calabria ha detto: «C’è un’Italia che corre e una che ricorre», a Antonio Bassolino sono fischiate le orecchie: «Io corro, nel senso che stamane ho corso per qualche chilometro e ricorro per un principio di legalità e contro l’arroganza insopportabile di chi sta minimizzando quello che è accaduto domenica». Non risparmia nessuno, l’ex governatore ospite da Lilli Gruber. Ne ha per la sua avversaria: «Valente doveva scegliere se essere donna di corrente o donna della città. Ha scelto la prima». Ne ha anche per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, leader dei Giovani turchi, due volte a Napoli in campagna elettorale: «Lo stimo ma un ministro non dovrebbe fare il capocorrente». Alza toni e asticella lanciando la kermesse dell’Augusteo domani «l’inizio di un percorso come ho fatto prima di candidarmi alle primarie». Appunto, prima di candidarsi, poi lo ha fatto. Lo farà anche stavolta fuori dal Pd? «Mi candido sempre per vincere non per dare fastidio a qualcuno». Rewind, torniamo all’inizio. Bassolino, cravatta rossa ormai d’ordinanza, entra subito in partita: «L’Augusteo è un grande teatro. Ci vediamo per fare il punto della situazione con quelli che mi hanno sostenuto e con chi è dal comportamento del Pd dopo aver visto il video di Fanpage. Stavolta vado di persona a presentare il ricorso. Il primo lo hanno bocciato perché ero in ritardo di 24 ore dalla conclusione dello spoglio. Ma se non c’era ancora il corpo del reato che ricorso facevo?». Sul tavolo della commissione una memoria presentata dalla sua avversaria: «La cosa più dolorosa, chiedeva che il mio ricorso fosse dichiarato irricevibile. Al suo posto avrei fatto l’opposto avrei chiesto di riflettere bene senza lasciare ombre. Altro episodio singolare, alla riunione si è presentato il segretario provinciale senza titolo, è stata una grave interferenza. Non può esserci confusione. Ma tanto già era tutto chiaro dalla mattina, quando a Roma hanno deciso che la partita di Napoli era chiusa». Un fiume in piena: «Vanno verso il suicidio un’altra volta se non si corregge e interviene. Io ho chiesto l’annullamento di queste sei sezioni nessuno può dire se è successo altrove. Con l’annullamento vincerei io. Mi sarei aspettato che mi dicessero vogliamo rivotare? E invece hanno insabbiato». Ma il tema è solo uno: ora che farà? «Sabato apro un percorso. Io per mesi ho girato per la città poi ho detto mi candido, da sabato apro un percorso democratico simile. Dobbiamo reagire a un’arroganza insopportabile? Sì. Abbiamo le forze? Io mi candido per vincere non per dare fastidio a qualcuno». Insomma back to the past, altro che futuro: «Cinque anni fa ci furono fatti seri che non riguardavano solo Cozzolino, ma non ci fu mai proclamazione».
Bassolino dunque come Sergio Cofferati? Il suo unico, possibile, interlocutore si chiama Matteo Renzi. Nessun presidente di partito o vicesegretario potrà altrimenti fargli cambiare idea. Alza il prezzo Antonio Bassolino e lo fa, al solito, a modo suo: «Teatro Augusteo, sabato ore 10,30. Napoli riparte». L’ex governatore durante la sua campagna elettorale low profile, casa per casa, post dopo post, non s’era mai spinto oltre il teatro Sannazaro. Piccolo gioiello di Chiaia, da riempire con facilità. Per l’uscita dopo le primarie, il ricorso bocciato, il secondo ricorso che presenterà stamane, sceglie un luogo simbolico. È il teatro da cui è partita la campagna della sua avversaria e ex figlioccia Valeria Valente e conta quasi duemiila posti. Vuole il bagno di folla, «il suo mondo in subbuglio» che va tranquillizzato, alzando sempre più l’asticella del rischio. Rischio flop e rischio rottura definiti- va con un partito che ha fondato.
Ma ormai la frittata è fatta. Valeria Valente sta tentando di ricucire lo strappo. Ma alla richiesta di un caffè di pace inviato l’altro ieri, Bassolino pare abbia risposto sulla falsariga di una dichiarazione della deputata con un laconico: «Quando avrò un minuto». E a nulla è servito l’intervento del vicesegretario Lorenzo Guerini. D’altronde proprio Guerini è stato tra i più ostili nei confronti di Bassolino, dunque anche in questo caso l’invito a chiarirsi è stato rispedito al mittente. «Adesso li faccio ballare perché mi hanno fatto una schifezza - ha confidato l’ex governatore a un amico -. Mi sono candidato perché sapevo di poter vincere». Dunque liste civiche? «Mi candiderò solo se vedo e sento che posso arrivare al ballottaggio: c’è questo movimento civico, gli devo pure dare uno sbocco politico».
Insomma non esclude nulla. In questo momento. Ma i calcoli di una eventuale candidatura fuori dal partito non li ha ancora fatti: servono almeno 6 o 7 liste, 280 candidati al consiglio comunale. Con spazi sempre più risicati non è facile per nessuno, neanche per Bassolino.