Corriere del Mezzogiorno (Campania)
VADA AVANTI NON CANCELLI QUESTI MESI
Caro direttore, il 27 dicembre del 1998 ebbi una lunga e difficile discussione con Bassolino. Io ero il segretario regionale che dal Pds aveva traghettano il partito nel nuovo Ds. Avevo fatto cadere la giunta Rastrelli ed avevo dato vita ad una inedita coalizione di centrosinistra (quella composizione divenne poi nazionale ed è esistita per oltre un decennio) che costruì il cosiddetto «ribaltone» con la giunta Losco. In quella discussione Bassolino, che aveva espresso dubbi sulla scelta prima ricordata, mi disse che avrei dovuto diventare il vice presidente del nuovo governo regionale, poiché quel luogo politico-istituzionale diventava centrale, determinante. Gli risposi negativamente ritenendo che, proprio quella nuova fase, richiedeva una più forte presenza e funzione del partito ds, per costruire una strategia ed una tattica che consentissero di trasformare, il destino della Campania, governando. Dissi, anche, che, per me, esisteva un valore etico che non volevo si offuscasse. Non volevo che qualcuno avesse potuto pensare che, quella difficile operazione politica, era stata da me sostenuta anche per interessi personali. Comunque, rimanemmo su diverse posizioni e, come sempre, Bassolino fu interlocutore di grande correttezza e di assoluto rigore. Negli anni successivi, dal 2000 in poi, molti iniziarono a pensare che la funzione di governo dovesse essere interpretata solo con il potere della gestione e che il partito fosse soltanto la camera di compensazione per gli equilibri tra le componenti interne. La scon- fitta alle regionali del 2010 e quella amministrativa del 2011 si sono abbattute sul pd come una clava di Polifemo, generando orfani della «gestione». L’acuirsi, da allora, di una violenta mobilità tra le componenti ne è la più cruda manifestazione ed è stata la più devastante morte della politica nella sinistra democratica e poi nel Pd. Credo che ciò che è emerso nel corso del confronto per le primarie e negli episodi «agghiaccianti», conosciuti in queste ore, siano spiegabili con quella idea gestionista del potere. Da lì discende la parcellizzazione dei «luoghi» istituzionali e degli incarichi di direzione nel Pd napoletano e campano. Questo tema, sino ad oggi eluso, deve essere affrontato con una «lotta delle idee» rigorosa che consenta di costruire identità , valori per una nuova forza della sinistra oltre ogni forma partito oggi esistente. Non so cosa succederà nel prossimo futuro sulle primarie di domenica. Sentendo le dichiarazioni di queste ore mi sembra di capire che, ancora una volta, prevarrà il devastante nulla. Non so cosa deciderà Bassolino. Io lo esorto a non cancellare il lavoro di questi mesi e i 12967 voti che gli sono stati dati da donne e uomini, poiché essi chiedono una nuova e buona politica. Per costruire il nuovo dobbiamo essere leali e rigorosi indicando gli errori che abbiamo compiuto. Quegli errori, come oggi è ancor più evidente, hanno prodotto il sonno della ragione e, quindi, generato mostri. Liberiamocene e diamo vita ad una libera e plurale classe dirigente, diamo vita ad una nuova soggettività politica democratica e partecipativa. Io penso queste cose dopo ciò che è avvenuto domenica.