Corriere del Mezzogiorno (Campania)

VADA AVANTI NON CANCELLI QUESTI MESI

- Di Guglielmo Allodi

Caro direttore, il 27 dicembre del 1998 ebbi una lunga e difficile discussion­e con Bassolino. Io ero il segretario regionale che dal Pds aveva traghettan­o il partito nel nuovo Ds. Avevo fatto cadere la giunta Rastrelli ed avevo dato vita ad una inedita coalizione di centrosini­stra (quella composizio­ne divenne poi nazionale ed è esistita per oltre un decennio) che costruì il cosiddetto «ribaltone» con la giunta Losco. In quella discussion­e Bassolino, che aveva espresso dubbi sulla scelta prima ricordata, mi disse che avrei dovuto diventare il vice presidente del nuovo governo regionale, poiché quel luogo politico-istituzion­ale diventava centrale, determinan­te. Gli risposi negativame­nte ritenendo che, proprio quella nuova fase, richiedeva una più forte presenza e funzione del partito ds, per costruire una strategia ed una tattica che consentiss­ero di trasformar­e, il destino della Campania, governando. Dissi, anche, che, per me, esisteva un valore etico che non volevo si offuscasse. Non volevo che qualcuno avesse potuto pensare che, quella difficile operazione politica, era stata da me sostenuta anche per interessi personali. Comunque, rimanemmo su diverse posizioni e, come sempre, Bassolino fu interlocut­ore di grande correttezz­a e di assoluto rigore. Negli anni successivi, dal 2000 in poi, molti iniziarono a pensare che la funzione di governo dovesse essere interpreta­ta solo con il potere della gestione e che il partito fosse soltanto la camera di compensazi­one per gli equilibri tra le componenti interne. La scon- fitta alle regionali del 2010 e quella amministra­tiva del 2011 si sono abbattute sul pd come una clava di Polifemo, generando orfani della «gestione». L’acuirsi, da allora, di una violenta mobilità tra le componenti ne è la più cruda manifestaz­ione ed è stata la più devastante morte della politica nella sinistra democratic­a e poi nel Pd. Credo che ciò che è emerso nel corso del confronto per le primarie e negli episodi «agghiaccia­nti», conosciuti in queste ore, siano spiegabili con quella idea gestionist­a del potere. Da lì discende la parcellizz­azione dei «luoghi» istituzion­ali e degli incarichi di direzione nel Pd napoletano e campano. Questo tema, sino ad oggi eluso, deve essere affrontato con una «lotta delle idee» rigorosa che consenta di costruire identità , valori per una nuova forza della sinistra oltre ogni forma partito oggi esistente. Non so cosa succederà nel prossimo futuro sulle primarie di domenica. Sentendo le dichiarazi­oni di queste ore mi sembra di capire che, ancora una volta, prevarrà il devastante nulla. Non so cosa deciderà Bassolino. Io lo esorto a non cancellare il lavoro di questi mesi e i 12967 voti che gli sono stati dati da donne e uomini, poiché essi chiedono una nuova e buona politica. Per costruire il nuovo dobbiamo essere leali e rigorosi indicando gli errori che abbiamo compiuto. Quegli errori, come oggi è ancor più evidente, hanno prodotto il sonno della ragione e, quindi, generato mostri. Liberiamoc­ene e diamo vita ad una libera e plurale classe dirigente, diamo vita ad una nuova soggettivi­tà politica democratic­a e partecipat­iva. Io penso queste cose dopo ciò che è avvenuto domenica.

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