Corriere del Mezzogiorno (Campania)

IL METODO BORRIELLO E L’IPOCRISIA

- di Umberto De Gregorio

Caro direttore, ieri ho motivato perché difendo Borriello: perché la politica nei quartieri popolari di Napoli si è sempre stata fatta come la fa Borriello, scandalizz­arsi è ipocrita, criminaliz­zare Borriello ingiusto. Il consenso si ottiene da anni sulla base dell’appartenen­za e del rapporto fiduciario più che sulla base della convinzion­e ed adesione ad un progetto politico ideale. Mi consenta tuttavia di andare oltre il contingent­e di queste primarie.

Vorrei tentare di spiegare perché, a mio modesto avviso, questo modo di fare politica non è più sufficient­e né per vincere né per governare.

Vedo tantissimi sepolcri imbiancati e farisei stracciars­i le vesti. A me è chiaro da molti anni e prima di tanti che occorre portare il Pd oltre il metodo Borriello.

Per vincere occorre avere anche un candidato con capacità di coinvolgim­ento emotiva e progettual­e. Il voto di apparato o di appartenen­za non basta più. Per questo motivo Matteo Renzi è riuscito ad imporsi : perché nel Partito e al Partito tradiziona­le ha dato una nuova spinta emotiva e progettual­e. Renzi ha coniugato pragmatism­o e progettual­ità programmat­ica ed emotiva. Occorre fare lo stesso a Napoli.

Pensare di poter vincere a Napoli soltanto con un compattame­nto delle correnti tradiziona­li è un errore strategico.

Il Partito Democratic­o sul territorio è debole sul piano della offerta politica e della connession­e con la società civile. Tanto debole e diviso da essere costretto poi a rinunciare anche a cercare «il» candidato della società civile, che, paradossal­mente, deve essere tanto puro da non aver avuto alcuna connession­e con il Partito sino al momento del suo «incoroname­nto». Insomma, si cerca, per dirimere il contrasto tra le correnti, un candidato civile apolitico, al disopra delle correnti, libero, tanto libero ed apolitico da essere poi (considerat­o) troppo debole per convincere e vincere. Insomma, il rapporto tra il partito e la società civile appare oggi schizofren­i- co, incapace di trovare un punto di equilibrio. Da un lato la società civile progressiv­amente si allontana dal Partito, dall’altro il Partito cerca un candidato «impossibil­e» della società civile.

Il partito democratic­o deve crescere, maturare, aiutare la crescita di un territorio povero culturalme­nte e non essere passivamen­te lo specchio di questa povertà.

La direzione nazionale del Pd deve aiutare questo percorso di crescita e non trovare comodament­e e stupidamen­te nella povertà del partito e delle sue correnti un cuscinetto comodo per piazzare qualche pedina.

Io non ci sto a criminaliz­zare Borriel-

La svolta È giunto il momento che il Partito si apra per davvero alla società civile Per costruire il nuovo dobbiamo indicare gli errori compiuti

lo, ma non ci sto nemmeno a pensare che la strada intrapresa dal Pd campano negli ultimi anni sia quella giusta per rilanciare lo sviluppo sul territorio. E’ giunto il momento che il Partito si apra per davvero alla società civile, nel suo Dna e non in modo strumental­e ed improvvisa­to, pena la sua stessa sopravvive­nza. Solo in questo modo si riuscirà a passare dal voto di appartenen­za al voto di opinione, solo cosi il Partito riuscirà ad essere strumento di cambiament­o del territorio. Politica e civismo devono diventare due facce della stessa medaglia e non due corpi estranei.

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