Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bambini positivi all’hashish
Santobono, l’allarme dei medici: spacciatori alle medie e genitori incoscienti
L’ultimo ricovero, dopo diversi casi, è quello di un undicenne arrivato al Santobono in preda alle allucinazioni. Colpa dell’hashish, hanno scoperto i medici. Che lanciano l’allarme: «Gli spacciatori non risparmiano le scuole medie e i genitori incoscienti fumano davanti ai figli. Il test antidroga ora è un protocollo».
NAPOLI Negli ultimi mesi alcuni bambini sono finiti in ospedale e sono poi risultati positivi a test tossicologici. È un allarme scioccante quello che arriva dal pronto soccorso del nosocomio pediatrico Santobono, dove giovedì si è verificato l’ultimo caso. Il piccolo paziente è un ragazzino di appena 11 anni, arrivato in pronto soccorso in preda alle allucinazioni. Ad allertare la famiglia del piccolo pare siano stati gli insegnanti, convinti che si trattasse di una crisi psicotica.
Anche per i medici del Santobono il sospetto diagnostico è stato al principio quello di un episodio neurologico o, appunto, di una crisi psicotica. «Poi la brillante intuizione di una nostra pediatra - spiega il responsabile del pronto soccorso Vincenzo Tipo - ci ha indirizzati sulla strada giusta».
La dottoressa in questione si chiama Gabriella Andolfi, è stata lei a credere che dietro quelle allucinazioni potesse esserci qualcosa in più. Di qui il Tox See (lo stesso test tossicologico che viene impiegato dalle forze dell’ordine) e la scioccante scoperta: positivo all’hashish. Capito questo, il bimbo è stato curato e rimandato a casa il giorno stesso. «Quest’ultimo episodio – aggiunge il dottor Tipo – ci conferma una realtà che purtroppo ci eravamo già preparati ad affrontare. Ormai gli spacciatori guardano con interesse anche alle scuole medie, inoltre molte sostanze pericolose i ragazzini le acquistano anche su internet».
La situazione è talmente grave che al Santobono il «Tox See» è entrato a far parte del protocollo diagnostico in tutti quei casi che risultano sospetti. E, come detto, le positività non mancano. Si parla di bambini che tecnicamente non sono neanche adolescenti, hanno in media trai 10 e i 14 anni. All’ospedale pediatrico di Napoli, due mesi fa c’è stato anche un caso accertato di
amnèsia, sostanza dagli effetti devastanti. Si tratta (nel migliore dei casi) di un miscuglio di can- nabis e metadone, oppure di cannabis ed eroina. Non c’è mai la certezza di cosa ci sia dentro perché chi la confeziona e la spaccia può aggiungere anche altro È una droga che causa dipendenza in tempi molto rapidi e già da tempo è arrivata dalle periferie violente alle strade del- la Napoli bene. Nell’opinione del responsabile del pronto soccorso pediatrico di Napoli, uno degli aspetti che non si prendono in considerazione è che oltre ai casi noti c’è un mondo sommerso del quale non si sa nulla. «In pronto soccorso — precisa il pediatra — ci arrivano solo i bambini colti da allucinazioni o da vere e proprie crisi, tutti quelli che hanno effetti più lievi o magari estremamente transitori non vengono né rilevati né curati».
Altro grave problema per i medici che si trovano a dover curare quelli che ormai vengono definiti «baby tossici» è il fatto di non disporre di una letteratura adeguata in materia. «Ovviamente – aggiunge il dottor Tipo – queste sostanze non sono state “testate” sui bambini. Seguiamo i protocolli che esistono per gli adulti, ma spesso gli effetti sono diversi. Quindi attraversiamo un territorio inesplorato».
Va detto che proprio per questa drammatica emergenza al Santobono si è formato un team di esperti in tossicologia pediatrica, guidato dal dottor Eduardo Ponticiello, riconosciuto a livello nazionale. È non è un caso che sia proprio il dottor Ponticiello a presiedere il gruppo nazionale dei tossicologi pediatri della Società italiana di medicina di emergenza urgenza pediatrica. Per il dottor Vincenzo Tipo è necessario che siano i genitori i primi a controllare attentamente eventuali campanelli d’allarme: «Ci sono poche regole che chiediamo a tutte le mamme e papà di osservare. In primo luogo, ma questo è ovvio, di monitorare le amicizie el’ uso delpc.Poi,pr end ere in seria considerazione eventuali e drastici cambi di umore, soprattutto in occasione di eventi di gruppo come feste o gite scolastiche. Questi momenti di aggregazione sono potenzialmente pericolosi, perché è in questi frangenti che può essere più facile entrare in contatto con sostanze “strane”. Inoltre, conclude il medico, attenzione ad una eventuale e inspiegabile regressione scolastica ». Ovviamente, questi sono campanelli d’allarme; non è conseguenza diretta che in presenza di questi “sintomi” ci sia un problema di droga. Ma allo stesso modo è un fatto che i genitori, anche di bambini di soli 10 anni, debbano prendere in seria considerazione la possibilità.
Le ipotesi Familiari che fumano in loro presenza, ma anche baby consumatori