Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Benzina taroccata dall’est Europa Aumentano denunce e inchieste

Carburanti allungati con sostanze chimiche dannose sia per l’auto che per gli uomini

- di Fabrizio Geremicca

NAPOLI Toluolo, un solvente, oppure acqua nella benzina. Sn 70, un olio idraulico, od olio farmaceuti­co per cosmesi, che tra l’ altro è particolar­mente inquinante quando brucia, nel gasolio. Accade sempre più spesso che a Napoli e provincia i controlli della Guardia di finanza rivelino la presenza, nei carburanti venduti agli automobili­sti, di queste oppure altre sostanze adulterant­i. Chi si ferma in un distributo­re dove smerciano carburante contraffat­to rischia un pieno di guai, perché alcune delle sostanze impiegate per allungare gasolio e benzina possono danneggiar­e seriamente il motore delle automobili. «Il contrabban­do di carburanti allungati con sostanze proibite e’ un fenomeno in costante crescita – conferma la Guardia di finanza – nonostante, negli anni, l’attività di indagine e di repression­e sia stata molto intensa e costante». Le denunce aumentano soprattutt­o a Napoli e basta andare da un meccanico qualsiasi perché confermi l’ aumento del fenomeno.

Ormai è la prima cosa che guardano se il motore non va. L’ultimo episodio, ma ci sono altre inchieste in corso, risale a metà febbraio: tre arresti, una persona denunciata, un’autobotte da 35 mila litri di gasolio sequestrat­a. In precedenza, a novembre 2014, le Fiamme gialle avevano bloccato, tra le province di Napoli e di Caserta, 112 mila litri di gasolio di contrabban­do e 1200 litri di oli lubrifican­ti. Nello stesso anno, ma a giugno, furono sequestrat­i nel corso di un’altra operazione della Guardia di finanza tra le province di Napoli, Caserta e Salerno 26 distributo­ri di carburanti, 118 serbatoi di carburante, 77 colonnine di distribuzi­one, 305 pistole erogatrici, 361 tonnellate di prodotti petrolifer­i, per un valore complessiv­o di oltre 22 milioni di euro. Ma da dove proven- gono benzina e gasolio taroccati? Polonia, Slovenia, Bulgaria – informano gli investigat­ori – sono i Paesi dai quali partono più spesso i camion carichi di carburante illegale. Il liquido solitament­e non viaggia a bordo delle cisterne, che potrebbero risultare sospette ed essere più facilmente controllat­e dalla Guardia di finanza, ma è occultato in cubi di polietilen­e.

Questi ultimi sono spesso caricati a bordo di camion con teloni analoghi a quelli impiegati per il trasporto di frutta e verdura. In alcuni casi, le indagini della magistratu­ra hanno evidenziat­o il coinvolgim­ento, in questo traffico, dei clan della camorra. Il caso più clamoroso risale 2010, quando l’inchiesta Dirty Oil della direzione distrettua­le antimafia di Napoli evidenziò che a tirare le fila del contrabban­do di gasolio e di benzina nella periferia orientale della metropoli erano gli uomini del clan Sarno, all’epoca ancora padroni incontrast­ati degli affari criminali in quella zona. Furono sequestrat­i otto distributo­ri che acquistava­no sotto banco il gasolio contraffat­to e lo rivendevan­o agli inconsapev­oli automobili­sti.

Cisterne Il trasporto avviene con tir che arrivano da Bulgaria e Romania

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