Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Benzina taroccata dall’est Europa Aumentano denunce e inchieste
Carburanti allungati con sostanze chimiche dannose sia per l’auto che per gli uomini
NAPOLI Toluolo, un solvente, oppure acqua nella benzina. Sn 70, un olio idraulico, od olio farmaceutico per cosmesi, che tra l’ altro è particolarmente inquinante quando brucia, nel gasolio. Accade sempre più spesso che a Napoli e provincia i controlli della Guardia di finanza rivelino la presenza, nei carburanti venduti agli automobilisti, di queste oppure altre sostanze adulteranti. Chi si ferma in un distributore dove smerciano carburante contraffatto rischia un pieno di guai, perché alcune delle sostanze impiegate per allungare gasolio e benzina possono danneggiare seriamente il motore delle automobili. «Il contrabbando di carburanti allungati con sostanze proibite e’ un fenomeno in costante crescita – conferma la Guardia di finanza – nonostante, negli anni, l’attività di indagine e di repressione sia stata molto intensa e costante». Le denunce aumentano soprattutto a Napoli e basta andare da un meccanico qualsiasi perché confermi l’ aumento del fenomeno.
Ormai è la prima cosa che guardano se il motore non va. L’ultimo episodio, ma ci sono altre inchieste in corso, risale a metà febbraio: tre arresti, una persona denunciata, un’autobotte da 35 mila litri di gasolio sequestrata. In precedenza, a novembre 2014, le Fiamme gialle avevano bloccato, tra le province di Napoli e di Caserta, 112 mila litri di gasolio di contrabbando e 1200 litri di oli lubrificanti. Nello stesso anno, ma a giugno, furono sequestrati nel corso di un’altra operazione della Guardia di finanza tra le province di Napoli, Caserta e Salerno 26 distributori di carburanti, 118 serbatoi di carburante, 77 colonnine di distribuzione, 305 pistole erogatrici, 361 tonnellate di prodotti petroliferi, per un valore complessivo di oltre 22 milioni di euro. Ma da dove proven- gono benzina e gasolio taroccati? Polonia, Slovenia, Bulgaria – informano gli investigatori – sono i Paesi dai quali partono più spesso i camion carichi di carburante illegale. Il liquido solitamente non viaggia a bordo delle cisterne, che potrebbero risultare sospette ed essere più facilmente controllate dalla Guardia di finanza, ma è occultato in cubi di polietilene.
Questi ultimi sono spesso caricati a bordo di camion con teloni analoghi a quelli impiegati per il trasporto di frutta e verdura. In alcuni casi, le indagini della magistratura hanno evidenziato il coinvolgimento, in questo traffico, dei clan della camorra. Il caso più clamoroso risale 2010, quando l’inchiesta Dirty Oil della direzione distrettuale antimafia di Napoli evidenziò che a tirare le fila del contrabbando di gasolio e di benzina nella periferia orientale della metropoli erano gli uomini del clan Sarno, all’epoca ancora padroni incontrastati degli affari criminali in quella zona. Furono sequestrati otto distributori che acquistavano sotto banco il gasolio contraffatto e lo rivendevano agli inconsapevoli automobilisti.
Cisterne Il trasporto avviene con tir che arrivano da Bulgaria e Romania