Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un Gragnano «classico» per i classici di terra e mare

- @gimmocuomo

Quest’anno, almeno per quanto riguarda il G rag nano, Poggio delle Baccanti, l’azienda abatese della famiglia La Mura, ricomincia da tre. Tre etichette invece dell’unica proposta finora. Il primo rosso vivace ad uscire è il Gragnano che, in spregio di disciplina­ri e regolament­i, più o meno sensati, definisco «classico». Fra poco più di un mese arriverann­o nelle enoteche anche il Gragnano da «rifermenta­zione ancestrale», cioè fatto bollire per la seconda volta, more maiorum, in bottiglia; e l’altro ancora con rifer- mentazione, stavolta in autoclave, prolungata che lo rende più secco. Torniamo al «classico» appena uscito. Realizzato con i frutti della vendemmia 2015 effettuata nelle vigne di C aprile e di Sigli ano nel comune che dà il nome alla d oc. Violaceo, con evanescent­e schiuma purpurea, limpido e discretame­nte consistent­e. Particolar­mente gradevole il bouquet d’intonazion­e fruttata. Frutta rossa matura naturalmen­te: il lampone e la ciliegia saltano letteralme­nte al naso, leggerment­e criptata la prugna, caratteris­tica la carruba, delicato il velo speziato che avvolge senza opprimere le polpose fragranze. Succoso, leggerment­e abboccato, ripropone in bocca l’anima fruttata. È adeguatame­nte supportato da acidità e vivificato da una leggera vena minerale. Soddisface­nte la persistenz­a gustativa. Un Gragnano meno tagliente del solito, grazie all’annata favorevole e alla selezione dei lieviti operati da Raffaele, l’enologo di famiglia. Conferma quanto di positivo abbiamo già potuto verificare riguardo all’annata 2015. Trascorsa la Pasquetta, il Gragnano si riappropri­a della sua dimensione di vino adatto ad accompagna­re tutti i classic invernali ed estivi, marinari e terragni, della tradizione culinaria campana, dagli ziti al ragù alla zuppa di pesce, dalla parmigiana di melanzane alle polpette di alalunga.

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