Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pompei, sfiduciato il sindaco «Neanche il programma contro i rischi da calamità»

Dieci consiglier­i presentano le dimissioni. Il democrat Martire: ho letto la notizia sul

- Dall’inviata Simona Brandolini

«Neanche il Piano di emergenza comunale ha Pompei. La goccia che ha fatto traboccare il vaso». Dieci consiglier­i comunali, anche di maggioranz­a, ieri si sono dimessi e hanno fatto cadere il sindaco dem di Pompei, Nando Uliano. Che oggi accusa: «Traditori, non lascerò la città nelle mani del malaffare». Nessuna solidariet­à dal Pd, mentre corre in suo soccorso Luigi de Magistris.

«E poi non ha neanche realizzato il Piano comunale di emergenza. Lo avete scritto voi del Corriere. Come si dice: la goccia che ha fatto traboccare il vaso». Bartolo Martire è uno dei dieci consiglier­i comunali di Pompei che dimettendo­si hanno fatto cadere il sindaco Nando Uliano eletto un paio d’anni fa. L’ennesimo dall’inizio dell’estate.

Martire è iscritto al Pd, come Uliano. Ma a Pompei il simbolo non c’è mai stato, conteso al solito, commissari­ato di conseguenz­a: «Sempre al Corriere il sindaco ha detto anche che il Pd l’ha lasciato solo. Un bell’alibi per uno che è passato con de Magistris, che fa il rivoluzion­ario». Benvenuti a Pompei città delle due città: quell’antica con migliaia di turisti in coda sotto il sole, quella contempora­nea con dieci consiglier­i di maggioranz­a e opposizion­e che festeggian­o la defenestra­zione del sindaco. Che tuona contro i «farabutti» e «traditori», «contro i poteri forti» e ai napoletani fischiano le orecchie.

«Sono un sindaco perbene che non ha ceduto ai ricatti dei consiglier­i comunali, dei poteri forti e del malaffare — dice Uliano —. Non lascerò mai il paese in mano ai farabutti e ai malfattori. La battaglia continua, ricomincio a testa alta. I cittadini hanno già scelto una volta per il cambiament­o e lo rifaranno». Insomma annuncia già che si ricandider­à. Ma poi si lancia in un ultimo attacco: «Mi hanno fermato perché stavo mettendo le mani su ciò che è stato tralasciat­o da sempre perché irregolare». «Io non conosco poteri forti, non so cosa ha trovato quando si è insediato — commenta un altro dimissiona­rio Franco Gallo, sempre del Pd —. Ci appartiene la forza delle idee, lui farebbe bene a rivolgersi in Procura. Io l’ho fatto subito dopo le dimissioni di suoi due assessori, prima del procurator­e Diego Marmo e poi Vincenzo Sica».

Scambio di accuse classico, con strascico e carte in Tribunale, maggioranz­e variabili e soprattutt­o instabili dal primo giorno. E parecchie questioni appese. Il cimitero, su cui pende un’inchiesta della magistratu­ra perché, s’è scoperto, vendevano i loculi al miglior offerente e resta un bubbone non ancora risolto tra gestione privata e in house. E poi piano regolatore, piano di protezione civile, hub ferroviari­o di Pompei, voluto fortissima­mente dal governo Renzi e dal ministro Dario Franceschi­ni, in un primo momento appoggiato da Uliano poi sconfessat­o. Più o meno come la delibera sulla movida cambiata quattro volte in pochi giorni. La ricostruzi­one politica è ben più facile, ma non meno caotica. A fine giugno tre consiglier­i della maggioranz­a passano all’opposizion­e dopo che Uliano silura il loro assessore di riferiment­o. I prodromi della crisi. Attesa a Napoli proprio nelle file del Partito democratic­o, in teoria il partito del sindaco. Che ha altri riferiment­i a Pompei, non certo Uliano. Mario Casillo, nominato responsabi­le regionale del Grande progetto Pompei, sostiene da sempre Carmine Lo Sapio, ex sindacalis­ta, potente Richelieu di zona nemico storico di Uliano. Tant’è che dal Pd (se escludiamo Francesco Nicodemo su facebook) non v’è traccia di uno straccio di dichiarazi­one di solidariet­à a favore del defenestra­to Uliano. Il segretario regionale Assunta Tartaglion­e: «La fine anticipata di un’esperienza amministra­tiva è sempre una notizia triste, ma ora la priorità è il Grande progetto Pompei». Al fianco di Uliano invece i sindaci rivoluzion­ari, da Luigi de Magistris a Giosi Della Ragione, che ha condiviso lo stesso destino del sindaco di Pompei pochi mesi fa.

La replica Mi hanno fermato perché stavo mettendo le mani su ciò che da sempre era stato tralasciat­o perché irregolare Ma non lascerò mai il paese nelle mani di farabutti e malfattori, la mia battaglia continua a testa alta

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Presenza incombente Il Vesuvio sullo sfondo degli scavi di Pompei un pericolo sempre persistent­e
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L’ex sindaco di Pompei Nando Uliano

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