Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Cgil cerca casa: piace (anche) un edificio che fa capo a Prezioso
«Se decideremo di andare in affitto è un’opzione»
«L’immobile è stato visionato ed è anche piaciuto. Potrebbe fare al caso nostro, insomma. Ma non è il solo edificio sul quale la Cgil, se dovesse decidere effettivamente di trasferire i suoi uffici da via Torino, utilizzando la formula dell’affitto (o una formula simile, eventualmente con possibilità di riscatto), sta tenendo un faro acceso. Sappiamo, certo, che la società proprietaria fa capo anche all’imprenditore Ambrogio Prezioso, presidente di Confindustria Napoli, ma non è questo che potrebbe influenzare un’eventuale trattativa, perché la nostra organizzazione fa sempre tutto nella massima trasparenza e onora i suoi impegni. In ogni circostanza e con chiunque li abbia presi». A parlare è una fonte autorevole, molto autorevole, della Camera del lavoro metropolitana di Napoli, guidata dal commissario Walter Schiavella. Ossia l’uomo inviato da Susanna Camusso nelle scorse settimane per completare il piano di riorganizzazione e rilancio della struttura sindacale partenopea (la terza per importanza nello scacchiere della Cgil nazionale). La stessa fonte, però, tiene a precisare: «Non capiamo davvero tutta questa attenzione attorno alla vicenda». Bontà loro.
Gli uffici in questione — disposti su due piani — si trovano in via Toledo (352-353). Per la precisione nel palazzo che fu della Nunziatura Apostolica; ossia la rappresentanza diplomatica permanente della Santa Sede nel Regno di Napoli prima e nel Regno delle Due Sicilie poi. «Effettivamente — conferma Prezioso — c’è un discorso in atto tra Sinergie, srl immobiliare di cui sono azionista e proprietaria dello stabile (in ristrutturazione), e la Cgil metropolitana di Napoli. Se ne sta occupando il mio socio, il cavaliere del lavoro Ruggiero Di Luggo. Nulla di definito, come dicono giustamente anche loro. Se son rose fioriranno». Poi la chiosa: «Avere come affittuario un sindacato? E che c’è di strano. Tanto è vero che lei mi ha chiesto se è vero che stiamo discutendo e io ho risposto subito di sì».