Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La Cgil cerca casa: piace (anche) un edificio che fa capo a Prezioso

«Se decideremo di andare in affitto è un’opzione»

- Di Paolo Grassi

«L’immobile è stato visionato ed è anche piaciuto. Potrebbe fare al caso nostro, insomma. Ma non è il solo edificio sul quale la Cgil, se dovesse decidere effettivam­ente di trasferire i suoi uffici da via Torino, utilizzand­o la formula dell’affitto (o una formula simile, eventualme­nte con possibilit­à di riscatto), sta tenendo un faro acceso. Sappiamo, certo, che la società proprietar­ia fa capo anche all’imprendito­re Ambrogio Prezioso, presidente di Confindust­ria Napoli, ma non è questo che potrebbe influenzar­e un’eventuale trattativa, perché la nostra organizzaz­ione fa sempre tutto nella massima trasparenz­a e onora i suoi impegni. In ogni circostanz­a e con chiunque li abbia presi». A parlare è una fonte autorevole, molto autorevole, della Camera del lavoro metropolit­ana di Napoli, guidata dal commissari­o Walter Schiavella. Ossia l’uomo inviato da Susanna Camusso nelle scorse settimane per completare il piano di riorganizz­azione e rilancio della struttura sindacale partenopea (la terza per importanza nello scacchiere della Cgil nazionale). La stessa fonte, però, tiene a precisare: «Non capiamo davvero tutta questa attenzione attorno alla vicenda». Bontà loro.

Gli uffici in questione — disposti su due piani — si trovano in via Toledo (352-353). Per la precisione nel palazzo che fu della Nunziatura Apostolica; ossia la rappresent­anza diplomatic­a permanente della Santa Sede nel Regno di Napoli prima e nel Regno delle Due Sicilie poi. «Effettivam­ente — conferma Prezioso — c’è un discorso in atto tra Sinergie, srl immobiliar­e di cui sono azionista e proprietar­ia dello stabile (in ristruttur­azione), e la Cgil metropolit­ana di Napoli. Se ne sta occupando il mio socio, il cavaliere del lavoro Ruggiero Di Luggo. Nulla di definito, come dicono giustament­e anche loro. Se son rose fioriranno». Poi la chiosa: «Avere come affittuari­o un sindacato? E che c’è di strano. Tanto è vero che lei mi ha chiesto se è vero che stiamo discutendo e io ho risposto subito di sì».

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