Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Clan Polverino e riciclaggio, ordinanze annullate
Gli avvocati degli indagati: provvedimenti aberranti, la giustizia è stata ripristinata
NAPOLI Erano accusati di aver favorito la camorra nel riciclaggio di 20 milioni di euro in investimenti immobiliari e in particolare di aver favorito uomini del clan Polverino, attivo a Marano e a Pianura Ma il Tribunale del Riesame, ieri sera, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare per sei dei sette indagati raggiunti dalla misura emessa dal gip 15 giorni fa.
Resta in cella, per ora, solo Carlo Simeoli, per il quale si deciderà nei prossimi giorni. I sei rispondevano di concorso esterno in associazione camorristica, reimpiego e intestazione fittizia di quote societarie, con l’aggravante specifica della finalità’ mafiosa.
Al centro dell’inchiesta c’era Carlo Simeoli, 52enne imprenditore edile facente parte dell’omonimo gruppo imprenditoriale di Marano, oltre ad alcuni professionisti napoletani molto noti, tra cui i fratelli Giovanni, Andrea e Luca De Vita, commercialisti, e Roberto Imperatrice, imprenditore nel settore della ristorazione. Nella contestazione si faceva riferimento ad una imponente attività di riciclaggio di soldi al Vomero con la costruzione di oltre 120 box auto e una palestra, ma anche ad un centro commerciale in provincia di Cosenza.
Nell’ambito della stessa indagine era pendente una richiesta di interdizione per fuga di notizie per il generale della guardia di Finanza, Giuseppe Mango.
All’ufficiale erano contestati due episodi di rivelazione di segreto, uno colposo, l’altro doloso, per aver fornito notizie sull’esistenza dell’inchiesta e sull’utilizzo di «cimici» per le intercettazioni ambientali.
L’ordinanza di custodia cautelare, peraltro, si fondava soprattutto sulle registrazioni fatte nello studio dei fratelli De Vita, in via De Ciccio, al Vomero, dove si discuteva di investimenti, progetti e più in generale di problemi di natura economica finanziaria.
La decisione dei giudici della libertà è stata accolta con soddisfazione dagli avvocati del collegio difensivo, per i quali «la legge è stata ripristinata; l’ordinanza era una aberrazione che è stata eliminata». Non si conoscono ancora le motivazioni, che saranno depositate entro 45 giorni: il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il sostituto Fabrizio Vanorio attendono di leggerle per far le loro valutazioni.