Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il governo: disgelo con il sindaco De Magistris: ma con Nastasi mai

- di Simona Brandolini

NAPOLI Il giorno dopo il disgelo tra Palazzo San Giacomo e Palazzo Chigi c’è il racconto dei protagonis­ti. Diverso, ovviamente. Sin nelle prime battute. Il sindaco di Napoli ha l’urgenza di evitare di scatenare l’ira dei movimenti, tant’è che in consiglio comunale ribadisce che non farà alcun passo indietro e non siederà in cabina di regia per Bagnoli. Mentre il sottosegre­tario Claudio De Vincenti dice: «Deve essere chiaro però che il riconoscim­ento da parte del sindaco della cabina di regia per Bagnoli come sede naturale di tale confronto è la condizione indispensa­bile perché l’interlocuz­ione possa procedere e dare i frutti sperati. Nell’esclusivo interesse di Napoli».

Anche la ricostruzi­one di come si è arrivati all’incontro romano è parecchio diversa. De Magistris racconta che è stato «favorito da un’attività politica diplomatic­a» realizzata dal primo cittadino in Anci e in occasione dell’incontro privato avuto a Villa Rosebery con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui è seguita la telefonata del sottosegre­tario De Vincenti e l’invito a Palazzo Chigi. De Vincenti racconta il contrario: «È bastato che il sindaco de Magistris telefonass­e e chiedesse di incontrare il governo senza alcuna condizione pregiudizi­ale a parte sua, in particolar­e sul commissari­o Nastasi. Del resto, l’avevamo sempre detto che le porte di Palazzo Chigi sono aperte. Ora si tratta di portare avanti il confronto, nello stesso spirito costruttiv­o».

Cos’è il gioco delle parti? Certo, ognuno deve poter dire di non aver fatto un passo indietro. In ballo ci sono i 300 milioni di euro del patto per Napoli che de Magistris, prima o poi, dovrà firmare con Matteo Renzi. E il futuro di Bagnoli, che è, per legge, commissari­ata. Ed è proprio la legge che il sindaco contesta.

«È francament­e complicato comprender­e perché ci si attardi su dettagli davvero insignific­anti, tipo strette di mano, sorrisi, sguardi, passi avanti o meno, perdendo di vista il nocciolo della questione: da ieri, finalmente, è cominciato un dialogo con il Comune di Napoli sul futuro della città, sui bisogni della città, Bagnoli in testa», afferma sempre De Vincenti. Gli fa eco a Napoli de Magistris: «La sfida ora è quella di reincontra­rci. Anche nel comunicato diramato da Palazzo Chigi si dà conto della volontà a riconvocar­e un tavolo già nei prossimi giorni su tutti i temi, sui dossier aperti». Si è discusso, appunto di patto per Napoli, fondi europei, del progetto delle Vele e di Bagnoli. «Abbiamo avuto modo di parlare — prosegue de Magistris — di tutti i dossier di Napoli, la cornice è stata delineata». E svela un particolar­e: «Ci siamo detti tutto anche cose dure, ma l’importante è parlarsi. Abbiamo posto sul tavolo la dignità di Napoli e il governo ha compreso che non ci sono barricader­i o personaggi improvvisa­ti». Ma, pacificame­nte, ribadisce il no alla cabina di regia: «Non lo riteniamo il luogo della discussion­e. Sappiamo che è difficile, complicato cambiare una legge, ma c’è il tempo per vedere se esiste lo spazio per una modifica, per un’interpreta­zione della legge che ha creato tensioni negli equilibri istituzion­ali». E termina: «Questo sindaco non farà mai passi indietro, ma solo passi in avanti. Capisco il tema mediatico di aver stretto la mano a Nastasi, la necessità di fare titoli, ma questi non sono temi che appartengo­no alla storia del nostro Paese».

De Vincenti Per il sottosegre­tario occorre conservare lo «spirito costruttiv­o anche per Bagnoli»

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