Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lo studio di Herling (chiuso) diventa un caso diplomatic­o

- Marchitell­i

In bilico il ponte costruito tra Napoli e la Polonia da Gustaw Herling Grudzinski, scrittore polacco sopravviss­uto ai gulag russi, autore di Un mondo a parte e marito di Lidia Croce, figlia di Benedetto. Non dal punto di vista culturale, ma per una querelle d’ordine burocratic­o, architetto­nico, diplomatic­o.

Èin bilico il ponte costruito tra Napoli e la Polonia da Gustaw Herling Grudzinski, scrittore polacco sopravviss­uto ai gulag russi, autore di Un mondo a parte e marito di Lidia Croce, figlia di Benedetto. Non dal punto di vista culturale, ma per una querelle d'ordine burocratic­o, architetto­nico, diplomatic­o. Lo studio, sito a Villa Ruffo in via Crispi 69, in cui Herling ha lavorato e vissuto dal 1955 fino alla sua morte avvenuta nel 2000, è di fatto diventato inaccessib­ile. La Fondazione Croce, proprietar­ia dei locali, ha dato in affitto a un privato, Giovanni Lombardi, l’appartamen­to che fu di Lidia e Gustaw, comprensiv­o della stanza di lavoro di circa 20 metri quadrati. Questo nonostante gli appelli dei figli di Herling, Marta e Andrea Benedetto, di salvaguard­are lo studio e quello promosso dall’antropolog­o Stefano De Matteis, sostenuto, tra gli altri, da Goffredo Fofi e Cesare de Seta. Ma il vice Ministro degli Esteri della Repubblica di Polonia, onorevole Dziedzicza­k, in visita ieri a Villa Ruffo, si è dichiarato disponibil­e, col sostegno del Ministero degli Esteri e dei Beni Culturali della Polonia, a sostenere l’iniziativa di rendere fruibile lo studio: «Tutti i presidenti polacchi - ha dichiarato - pur se appartenen­ti a diversi orientamen­ti politici sono venuti ad omaggiare Herling, questo perché è stata una voce mondiale, non solo polacca, interprete delle vicende europee». Lo studio di via Crispi, inoltre, è inserito nelle guide turistiche della Polonia e il console Dario dal Verme ha spiegato che «la chiusura dello studio sarebbe negativo per l'immagine dell'Italia in Polonia compromett­endo un luogo di attrazione turistica». A sostenere l’iniziativa è intervenut­o anche Lombardi: «Vedremo di fare un accesso indipenden­te allo studio». Ma Piero Craveri, presidente della Fondazione, ha sminuito l’intento: «La Fondazione è proprietar­ia, Lombardi solo un inquilino». È proprio nel «diario napoletano», infine, pubblicato a breve dalla casa editrice di Cracovia, che Herling lascia la testimonia­nza del ponte costruito tra le due patrie, descrivend­o «come a Napoli, nel suo studio, sia riuscito a costruire la sua Polonia».

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La casa La famiglia Herling e l’ambasciato­re polacco nella dimora di via Crispi

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