Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Don Angelo Berselli: «Ora qualcosa si muove nella direzione giusta»

- di Walter Medolla

È stata una delle prime richieste fatte subito dopo l’uccisione di Genny Cesarano, il diciassett­enne vittima innocente di camorra che il 6 settembre 2015 fu ucciso in piazza Sanità: «Più scuola per combattere il degrado e la criminalit­à». Adesso, poco più di un anno dopo, la Regione Campania rende quella richiesta operativa.

Don Angelo Berselli, parroco a Forcella, insieme con don Antonio Loffredo, prete al Rione Sanità, anche durante un incontro col premier Matteo Renzi avevano chiesto con forza maggiori investimen­ti sull’educazione e la scuola, intesa come polo e luogo d’aggregazio­ne per attività extracurri­culari. E Renzi non restò insensibil­e. Ma dopo il progetto del Miur, «Scuole al Centro», che ha permesso di tenere aperti alcuni istituti di Napoli e della sua periferia nei mesi estivi, è arrivata anche la risposta della Regione Campania con

«Scuola Viva».

Don Angelo Berselli, finalmente si muove qualcosa proprio nella direzione da voi auspicata?

«A essere onesti, quasi sin da subito si è iniziato a muovere qualcosa. È innegabile che ci siano state risposte concrete alle nostre richieste e quella di “Scuola Viva” ne è un esempio».

Venticinqu­e milioni di euro messi sul tavolo per potenziare il sistema scolastico regionale, con istituti aperti di pomeriggio per progetti extracurri­culari volti a frenare la dispersion­e e a contrastar­e la criminalit­à giovanile. Era questo che chiedevate, no?

«Chiedevamo anche questo. Per noi uno degli strumenti per combattere il degrado e la criminalit­à, è la cultura. Avere più maestre, più insegnanti, più educatori serve tantissimo. Dare la parola,come diceva un certo don Milani, significa più di

cento militari in piazza. Quindi ben vengano progetti come questo. Ma è importante che ci sia continuità in certe politiche».

Forcella, la zona dove lei è parroco, è una delle realtà che probabilme­nte più beneficerà di «Scuola Viva». Conosce quali siano le attività che saranno proposte in occasione delle aperture pomeridian­e?

«Non so quali saranno le azioni che saranno messe in campo, ma col dirigente della scuola Durante è nata una bella collaboraz­ione. È importante che istituzion­i come le nostre si incontrino e lavorino nella stessa direzione per il bene del territorio. So che anche in altri quartieri sono nate delle belle collaboraz­ioni tra Chiesa, scuola e associazio­ni non profit, e questo è importante».

Che effetto avrà questo progetto sul territorio?

«Questa deve essere una delle azioni messe in campo.

Contestual­mente noi, come Chiesa, lavoreremo nella stessa direzione, così come le forze dell’ordine e la società civile. L’importante è creare le condizioni per affrontare e risolvere il problema. La scuola, le parrocchie, i centri educativi devono essere la base per il riscatto della nostra città, ma devono essere messe in condizione di lavorare».

Quindi, tutto sommato, questa volta la politica sta funzionand­o?

«Dico la verità: all’inizio ero un poco scettico. Di solito si fanno tante promesse che poi non vengono mantenute. A Forcella hanno installato tre nuove telecamere, il territorio è presidiato e controllat­o dalle forze dell’ordine, adesso arriva questo progetto per la scuola che è articolato in un piano triennale. Se le cose proseguira­nno in questa direzione, potrò dire di essermi sbagliato. Per ora sto iniziando a ricredermi».

All’inizio ero scettico. Si fanno sempre promesse che poi non vengono mantenute. Ma forse potrò dire di essermi sbagliato

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