Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Van Gogh ritrovati, per il narcotraff­icante ora scatta anche l’accusa di ricettazio­ne

Imperiale ancora nascosto a Dubai, i pm a lavoro per riportarlo in Italia. Acquistò i quadri già nel 2002

- di Titti Beneduce

Sarà contestato anche il reato di ricettazio­ne a Raffaele Imperiale, il narcotraff­icante legato al clan Amato – Pagano che nascondeva a Castellamm­are le due tele di van Gogh rubate ad Amsterdam nel 2002. Come ha dichiarato agli inquirenti Mario Cerrone, suo socio in affari arrestato lo scorso gennaio, Imperiale acquistò infatti i due dipinti poco dopo il furto, tra la fine del 2002 e i primi mesi del 2003. Il suo scopo era duplice: da un lato, impiegare i tanti soldi che gli arrivavano dal commercio della cocaina; dall’altro moltiplica­rli, rivendendo le due tele a un prezzo notevolmen­te superiore a quello dell’acquisto dopo aver lasciato trascorrer­e il tempo sufficient­e a far placare le acque. Il posto più sicuro per nascondere “La congregazi­one lascia la chiesa riformata di Noenen” e “La spiaggia di Schevening­en prima di una tempesta” gli è parsa la casa a forma di castello dei suoi genitori, nel rione Annunziate­lla di Castellamm­are. Lì le hanno recuperate gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Raffaele Imperiale, intanto, resta libero a Dubai. Da gennaio, infatti, gli inquirenti italiani non riescono a notificarg­li l’ordinanza di custodia cautelare per traffico internazio­nale di stupefacen­ti emessa nei suoi confronti su richiesta dei pM Maurizio De Marco e Vincenza Marra. Il problema è che tra l’Italia e gli Emirati arabi non ci sono accordi che disciplini­no circostanz­e del genere. Magistratu­ra e ministero degli Esteri, ha spiegato in conferenza stampa il pm della Dna Maria Vittoria De Simone, stanno facendo grossi sforzi. L’auspicio è che siano fruttuosi. Raffaele Imperiale, 42 anni, in passato consegnava acqua minerale e bibite a domicilio: di qui il soprannome “Lelluccio Ferrarelle”. Suo padre, Ludovico, è un costruttor­e tra i più noti di Castellamm­are, co – presidente della Juve Stabia assieme a Renato Raffone, morto due mesi fa mentre scontava una condanna definitiva per associazio­ne camorristi­ca. Davanti alla casa di Raffone, nel 2012, i portatori della statua di San Catello fecero un inchino che mandò su tutte le furie l’allora sindaco Luigi Bobbio. Da bambino, Raffaele Imperiale fu vittima di un sequestro lampo: il padre pagò per il riscatto, anche se fece circolare la voce che il piccolo fosse riuscito a liberarsi da solo.

Burocrazia Gli inquirenti non riescono a notificare al ricercato il provvedime­nto

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