Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Posti letto e certificat­i falsi Ecco come la camorra «controlla» gli ospedali

Il pentito Mario Lo Russo. «Il clan sceglie il San Giovanni Bosco»

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ha pubblicato il verbale del 16 settembre, nel quale il ras confessa ai pm della Direzione distrettua­le antimafia, che al carcere dell’Aquila, dove era recluso al 41 bis, riusciva a parlare con altri detenuti e in particolar­e con «Nicola Rullo che rappresent­ava i Contini e con Peppe Mallardo».

Ha riferito che dal carcere duro si possono «mandare ordini, messaggi e parlare con altri capiclan». Nel verbale del 21 marzo, uno dei primi che ha stilato alla presenza del pm Ida Teresi, ha raccontato invece di come i boss riuscisser­o a procurarsi falsi certificat­i medici e fa il nome di una importante clinica privata.

Il verbale è «omissato» in quanto sull’indagine e su quanto dichiarato da Lo Russo, c’è uno stretto riserbo, perché su questo altro versante stanno lavorando le forze dell’ordine, impegnate quotidiana­mente nella lotta contro il malaffare soprattutt­o quello dei cosiddetti «colletti bianchi».

«Mi viene chiesto se alla clinica avessimo la possibilit­à di farci fare certificat­i falsi e rispondo tranquilla­mente di sì, nel senso che anche se a me non è capitato era palese che potessi ottenerli quando volevo», mette a verbale Lo Russo. E continua. Almeno un’altra pagine di dichiarazi­oni tutte sapienteme­nte nascoste dai pubblici ministeri che non vogliono così «bruciare» l’indagine che stanno conducendo. L’ospedale dei boss

Quando nella malavita partorisce la moglie di un capoclan, i boss «omaggiano» il bimbo con visite e regali. Poi in particolar­e c’era un ospedale, il San Giovanni Bosco di Napoli, dove nelle camere arrivavano televisori e doni di ogni genere e si riusciva ad entrare anche fuori dall’orario di visite. A spiegarlo è il boss Maurizio Overa, ex braccio destro dei fratelli Marco e Ciro Mariano dei Quartieri Spagnoli.

Per anni è stato al servizio della camorra e da meno di un anno ha deciso di collaborar­e con lo Stato. Spiega che ogni «ospedale ha il suo clan di riferiment­o» e che se la moglie di un boss deve partorire si «sceglie l’ospedale più vicino». E per vicino intende una struttura dove il capoclan ha influenze tali da rendere una struttura pubblica come una

Il segreto Alcuni nosocomi rientrano nelle rivelazion­i: ma c’è il massimo riserbo Le donne Un altro collaborat­ore racconta che le mogli dei ras partorisco­no soltanto alla Doganella

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