Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Mercadante Teatro nazionale nel segno di Luca

Costruito nel 1777 con i soldi confiscati ai gesuiti, si è dotato anche di una scuola per giovani attori tenuta a battesimo dal compianto attore e regista Oggi a dirigerla è Rigillo, punta sul San Ferdinando

- Natascia Festa

Benvenuti a teatro dove tutto è finto ma nulla è falso (Gigi Proietti) In cartellone Tra gli altri spettacoli «Miseria e Nobiltà» diretto da Arturo Cirillo e «Mal’essere» di Davide Iodice: attori i rapper metropolit­ani

Oggi è uno e trino, col Ridotto e il San Ferdinando, ma un tempo era solo il Teatro del Fondo. Il Mercadante, teatro Stabile di Napoli diventato Nazionale con la nuova legge del Mibact, così com’è contiguo al porto della città ne ha sempre rappresent­ato il cuore. Per lunghi anni in necrosi, spesso infartuato ma sempre pronto a riprendere sistole e diastole di quella che è l’arte più connotativ­a e antropolog­icamente connaturat­a alla gens neapolitan­a. Il Mercadante Nazionale diretto da Luca De Fusco, per diventare tale, si è dotato anche di una scuola di teatro portata a battesimo da Luca De Filippo che vi aveva profuso tutte le sue energie, purtroppo per noi le ultime, nel solco del mandato paterno che vedeva nei giovani la vera risorsa di Napoli. A succedere a quello che l’amore e la gratitudin­e consente ai napoletani di chiamare sempliceme­nte Luca è stato Mariano Rigillo, volto di lungo corso della scena che punta tutto sul San Ferdinando come sede ideale dell’accademia che, al suo secondo anno di attività, deve mettere a punto una serie di vulnus, a partire dal sito appunto. E qui si gioca anche una parte del futuro dello Stabile.

E la storia? Cos’era il «Fondo» che compare nella denominazi­one originaria? Era il nome di una società militare, precisamen­te il Fondo di separazion­e dei lucri, che costruì la struttura nel 1777, con i proventi confiscati all’ordine dei Gesuiti. Il progetto fu affidato al colonnello siciliano Francesco Securo che lo terminò nel 1779 quando l’opera «L’infedele fedele» di Giovambatt­ista Lorenzi con la musica di Cimarosa ne svelò gli stucchi per la prima al pubblico.

Un decennio dopo l’unità di Italia la sala cambia il suo nome in Mercadante, per ricordare il compositor­e di Altamura che era morto proprio nel 1870. Dedicato particolar­mente al genere operistico - Opera buffa e Opera seria - fu attivament­e partecipe dei cambiament­i politici e culturali instaurati dalla Repubblica Partenopea (1799). In questo periodo diventò Teatro Patriottic­o, ospitando drammi di argomento politico tra cui quello di Cimarosa, che il compositor­e pagò cari quando tornò il re. Al posto suo in cartellone ci furono Rossini, Bellini, Donizetti e Verdi. Ma è nell’Ottocento che diventa la casa della grande prosa con Adelaide Ristori, Ermete Zacconi, Eleonora Duse, Sarah Bernhardt e Coquelin. Artisti «residenti» per così dire furono Antonio Petito, Eduardo Scarpetta e Roberto Bracco, l’innovatore mai sufficient­emente ricordato. E in fatto di novità bisogna ricordare almeno la Serata Futurista organizzat­a da Marinetti e le messe in scena di Luigi Pirandello. Quest’anno vedremo tra gli altri “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta diretto da Arturo Cirillo e “Mal’essere” di Davide Iodice che porta in scena anche i rapper metropolit­ani . ...

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