Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Castellammare, addio alla sede del Pd
Chiude per debiti la storica sezione del partito che ospitò Amendola e Berlinguer
Quarantuno anni fa Armando Cossutta inaugurò la sezione del Pci a Castellammare di Stabia. Oggi la ex Stalingrado del Sud rischia di vedere chiusa quella storica sede in Corso Vittorio Emanuele 57, pieno centro, il mare a cinque metri. Il motivo? Debiti accumulati con la Fondazione Chiaromonte proprietaria dell’immobile e con i fornitori di utenze. La prossima riunione potrebbe tenersi al «buio».
Il commissario del Pd stabiese Gennaro Migliore sa che tra un po’ troverà il lucchetto alla porta dello storico circolo? Qualcuno lo avvertisse, perché già è stata staccata la corrente elettrica e, ovemai, volesse fare una riunione si troverebbe al buio. Tanto che per domani, Officina democratica ha organizzato un sitin «a lume di candela», con relativa occupazione.
Nel 2004, dopo cinquant’anni, quando chiuse la sede di via dei Fiorentini, Abdon Alinovi disse: «Quella sede rappresenta e racchiude la fantastica ascesa e il successivo declino del partito comunista italiano a Napoli». Ecco a narrare la lenta agonia del Partito democratico ci pensa, invece, un’altra sede, altrettanto storica: quella di Castellammare di Stabia, la ex Stalingrado del Sud. Corso Vittorio Emanuele 57, pieno centro, il mare a cinque metri, all’inaugurazione di quella sezione comunista arrivò Armando Cossutta nel 1975, e poi Enrico Berlinguer e finanche Giorgio Napolitano e Giorgio Amendola, nonostante gli stabiesi fossero tutti incalliti ingraiani. Saul Cosenza, comunista d’altri tempi, lasciò il testimone a Tonino Di Martino. Ci vollero mesi di sottoscrizioni, tre feste dell’Unità e i sacrifici degli operai della Fincantieri per acquistare quell’appartamento: 300 milioni di lire nel 1981, il riscatto di una storia cittadina antifascista (qui Benito Mussolini fu fischiato) e repubblicana (in un mare di monarchici).
Laboratorio per generazioni di politici, giornalisti, di eretici, al Pd stabiese hanno staccato la luce. Non solo metaforicamente. Un’altra storia di bollette e fitti non pagati da quattro mesi, seimila euro di arretrati condominiali. Un contratto di locazione non rinnovato da febbraio con la Fondazione Chiaromonte che è proprietario dell’immobile. A giorni verrà cambiata la serra- tura per evitare che estranei possano entrare. «Se non vengono pagate le mensilità arretrate, non abbiamo alcuna intenzione di stipulare un nuovo contratto», spiega Antonio Gagliotti che in Campania è il responsabile della fondazione che detiene il patrimonio immobiliare ex Ds. E che ha già sfrattato il Pd dalla Sanità, da Ercolano e a breve anche da Barra. I conti sono conti, d’altronde. E non quadrano.
Ma la politica? Quella dei circoli, degli iscritti, della partecipazione, dei congressi dov’è
Trecento milioni Fu in lire il prezzo pagato per comprarla Appartiene alla Fondazione Chiaromonte Il funzionario Se non verranno pagate le mensilità arretrate non concederemo un nuovo contratto di affitto
finita? Da due anni il Pd stabiese è commissariato. In principio dal segretario provinciale Venanzio Carpentieri, ora il «facilitatore», così lo chiamano, è il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, insomma non proprio l’ultimo dei democratici. Alle amministrative ha vinto il Pd con Toni Pannullo che del partito è stato anche segretario. Che la sede chiuda sembra un paradosso, sulla carta tutti dovrebbero avere l’interesse a mantenerla aperta e viva. In realtà Migliore si vede ben poco e per ovvie ragioni. Servirebbe un segretario o come si diceva un tempo un gruppo dirigente. Ma se bussasse al portone non aprirebbe nessuno.