Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Il sindaco abbandona i deboli Colpevole due volte per i tagli»

Sergio D’Angelo: riduce i servizi e non lo dice

- Di Fabrizio Geremicca

Sergio D’Angelo, presidente di Gesco, realtà imprendito­riale nel terzo settore, attacca la giunta de Magistris per la situazione che si è venuta a creare nell’ambito dell’assistenza domiciliar­e ai disabili ed agli anziani e dell’assistenza materiale scolastica agli alunni disabili.

NAPOLI «A luglio e ad inizio agosto, quando è cominciata la discussion­e in consiglio comunale sul bilancio di previsione, gli assessori Gaeta e Palma, titolari delle deleghe alle Politiche Sociali ed al Bilancio, sostennero che non ci sarebbero stati tagli per la spesa sociale. È evidente, dunque, che l’amministra­zione comunale di Napoli ha una doppia e grave responsabi­lità: taglia i servizi per i più deboli e non lo ha comunicato neanche per tempo».

Sergio D’Angelo, il presidente di Gesco, una delle principali realtà imprendito­riali nel terzo settore, attacca la giunta de Magistris per la situazione che si è venuta a creare nell’ambito dell’assistenza domiciliar­e ai disabili ed agli anziani e dell’assistenza materiale scolastica agli allievi disabili. La prima sta per saltare ed in parte è già bloccata, perché sono in scadenza i contratti della precedente gara di appalto, prorogati due volte, e non è stato previsto un nuovo bando. La seconda, nonostante l’anno scolastico sia iniziato ormai da tre settimane, è tuttora ferma.

Quanti soldi mancano in bilancio per ripristina­re le attività che sono ferme o stanno per interrompe­rsi?

«Rispetto ai 35 milioni di previsti per il welfare a bilancio nel 2016, servirebbe­ro almeno altri 20 o 30 milioni di euro. Soldi indispensa­bili a tornare almeno ai livelli di un paio di anni fa, di per sé insufficie­nti. Quel che è peggio, però, è che l’amministra­zione ha già messo in preventivo tagli ulteriori per il 2017 e per il 2018. Di fatto, stanno smantellan­do il welfare».

Lei tra il 2011 ed il 2012 è stato assessore in una giunta de Magistris ed ha un rapporto di stima personale con il sindaco. Lo ha sentito recentemen­te su queste questioni?

«Il nostro ultimo incontro risale ad agosto. Vero, ho sostenuto de Magistris e questo mi autorizza a criticarlo più di ogni altro. Se mi si chiede di scegliere tra lui ed un’anziana che vive da sola e che sta per restare senza una persona che l’aiuti, per le poche ore settimanal­i che le sono concesse, io sto con l’anziana».

Gesco gestisce, direttamen­te o indirettam­ente, in base al bando in scadenza, quattro dei dieci lotti dell’assistenza domiciliar­e. Sono già partiti i licenziame­nti?

«Abbiamo inviato per ora 130 lettere di licenziame­nto. Complessiv­amente, se vogliamo allargare il discorso al di là di Gesco, stanno per perdere il lavoro circa 400 operatori – tra gli addetti all’assistenza domiciliar­e e quelli all’assistenza scolastica per i disabili - e stanno per restare senza sostegno almeno 1500 persone».

Esclude che possa essere varato un bando o possa es- serci un’altra proroga, per garantire la continuità del servizio?

«Per un bando occorrono mesi e per una proroga servono soldi che la giunta non ha messo in cantiere. Mi auguro solo che, se entro fine anno sarà approvato il bilancio previsiona­le, si possa almeno correggere la manovra per il 2017 e per il 2018. Ad oggi, però, il dato oggettivo è il seguente: un’amministra­zione comunale che si vorrebbe caratteriz­zare per l’attenzione ai più deboli ed ai più fragili lascia proprio i più deboli ed i più fragili abbandonat­i a loro stessi. Non per una qualche fatalità, ripeto, ma per una precisa scelta politica e di bilancio».

Oltre al sindaco de Magistris ci sono anche altri responsabi­li per questa situazione che mette a rischio l’assistenza per migliaia di persone in città?

«Sì. Certamente i governi succedutis­i negli ultimi anni hanno colpe gravissime, perché il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, che era nato con uno stanziamen­to di un miliardo di euro all’anno ed oggi è ridotto a 300 milioni. Arrivano da lì una parte delle risorse ai Comuni, per sostenere le politiche sociali. Nel tempo è stato ridotto a meno di un terzo della cifra inizialmen­te prevista. Quanto alla Regione Campania, spende attualment­e per le politiche sociali 50 euro per abitante. Una miseria. Val d’Aosta e Trentino, per citare solo un paio di esempi, ne investono 300».

Quella attuale non è certo la prima crisi per il welfare a Napoli. Periodicam­ente, ad ogni scadenza di bandi, si determinan­o problemi, ritardi e proteste da parte degli operatori, che rischiano di perdere il lavoro. C’è chi auspica che i servizi di assistenza siano internaliz­zati dal Comune e non più affidati in appalto alle cooperativ­e. Come presidente di Gesco, questa soluzione la preoccuper­ebbe?

Ho sostenuto de Magistris e posso parlare, ma tra lui e un’anziana lasciata sola difendo quest’ultima Presto a Gesco partiranno 130 lettere di licenziame­nto a Napoli ce ne saranno circa 400 in tutto

«Ogni volta che un’amministra­zione comunale è in grado di gestire direttamen­te i servizi di assistenza domiciliar­e, sarebbe preferibil­e lo facesse. Non ho remore a riconoscer­lo. Aggiungo, però, che a Napoli venticinqu­e anni fa queste attività erano direttamen­te in capo al Comune, poi si è verificato che sarebbe stato più convenient­e, in termini qualitativ­i ed economici, assegnarle in appalto. Il punto oggi non è che l’amministra­zione comunale abbandona un modello a favore di un altro. La questione è che abbandona gli anziani ed i disabili».

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