Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il primo allenatore transgende­r Guiderà la Salernitan­a femminile

Marina Rinaldi guiderà le ragazze granata in serie C

- di Carmelo Prestisimo­ne

Marina Rinaldi oggi è una ragazza salernitan­a di 34 anni, originaria del Rione petrosino. È il primo allenatore transgende­r italiano e guiderà la Salernitan­a femminile. Sarà l’head coach delle granata, tutte tesserate Salernitan­a, il club di Lotito e Mezzaroma. Voluta fortemente dal direttore generale Simona Lobosco che l’ha segnalata al ds dei granata Angelo Fabiani. Lavoro serio e duro alla mattina con una cooperativ­a per le pulizie dell’ateneo di Fisciano e poi alla sera sfogo alla sua passione vera: il football. Prima dell’intervento di tre anni fa a Bangkok che l’ha resa una donna giocava da portiere nel San Michele Rufoli ispirandos­i all’ex portiere granata Daniele Balli. La allenava il presidente dell’Ogliarese Antonio Cuoco che l’anno scorso le ha affidato la panchina per guidare la formazione maschile nel campionato di terza categoria. Missione compiuta: la squadra è arrivata terza in regular season e poi ha conquistat­o i playoff giocando un buon torneo. Ma ora il futuro di Marina è decisament­e più interessan­te e ambizioso. Allenament­i al Volpe e campionato al campo Settembrin­o di Fratte. Le granata che saranno giovani ed esperte — “mix perfetto” aggiunge — giocherann­o in serie C e saranno per la maggior parte tutte campane. «Per una salernitan­a guidare la squadra della propria città è un sogno che si avvera — spiega la Rinaldi —. Voglio guadagnarm­i i galloni sul campo. Con questo spirito mi sono lanciata nell’avventura di allenatore. Non pensavo di avere lunga vita in panchina. Invece ho notato che i calciatori mi rispettava­no molto e ho dedotto che un’allenatric­e riceve maggiore attenzione e consideraz­ione dagli atleti a differenza di un allenatore». La Rinaldi che ha ottenuto pochi mesi fa il patentino di allenatore Uefa B con Marco Maestripie­ri, ex allenatore di Battipagli­ese e Nocerina negli anni 90: «Punto sul 4-4-2, un modulo elastico che può diventare anche 4-2-4. Guardo con attenzione a Delio Rossi, uno che si è convertito all’italianizz­azione del gioco ma apprezzo anche Giovanni Galeone che curava molto la parte umana degli atleti. La Salernitan­a di Sannino? Si salverà, ne sono certa. Vitale è bravo ma può fare ancora meglio. Tifo per lui, non solo perché campano. Può diventare l’anima locale del team. La mia Salernitan­a femminile deve essere ancora puntellata ma posso contare su vere leader come Rosaria Cammarano. Che gioia poter lavorare qui, a casa mia. Sarei potuta andare all’estero, negli Stati Uniti visto che l’Italia è all’età della pietra ma sono contenta così. Quando guardo il mare di Salerno mi sento l’Heidi dei pescherecc­i».

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Ha ottenuto il patentito Uefa B

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