Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Passeggeri in fuga, ho rischiato la vita per un equivoco»
NAPOLI «Erano le 12,20, a bordo del filobus 202 in piazza Garibaldi stavo per arrivare alla fermata dell’Hotel Cavour. Due minuti dopo mi sono ritrovato ferito a coltellate con una gamba sanguinante».
L’autista del bus, colpito da un sessantenne, accetta di parlare della sua disavventura. Una sola condizione: «Niente nomi, sono in Anm da 15 anni e ne ho viste di cotte e di crude. Ormai a Napoli si può morire anche per un equivoco in pieno giorno mentre guidi il filobus». Rischiare la vita per un equivoco. L’aggressore infatti ha visto il bus arrivare mentre attraversava la strada e ha temuto che l’autista non rallentasse. È bastato questo per scatenare la sua assurda rabbia. Un equivoco sufficiente ad armargli la mano di coltello e fargli scagliare due fendenti contro un lavoratore.
Ma chi era quest’uomo?
«Non lo so, non so nemmeno perché abbia avuto quella reazione assurda. Mi ha lanciato improperi volgarissimi così, mentre mi fermavo per far salire e scendere i passeggeri, ho osato richiamarlo. Avevo appena aperto le porte e gli ho urlato: “ma non si vergogna, lei ha i capelli bianchi e mi dice le parolacce, che esempio dà ai giovani?».
E lui?
«È diventato una furia, in un attimo è salito a bordo, ha estratto il coltello e mi ha colpito un paio di volte a un polpaccio. Non ho nemmeno avuto il tempo di reagire, se non allungando le gambe per scalciare».
E i passeggeri?
«Ci sono stati attimi di autentico terrore. Qualcuno di loro è fuggito, li posso capire negli autobus la situazione fa paura davvero».
E poi?
«Poi sono stato fortunato. Devo tutto a quella pattuglia di baschi verdi che passava. Sono saliti a bordo e hanno fermato quel pazzo abbrancandolo. Deuscire vo ringraziare i finanzieri e la loro prontezza se me la sono cavata con 7 giorni di prognosi. I colleghi mi hanno accompagnato al Loreto mare e adesso eccomi qui a casa mia».
Lei ha famiglia?
«Sì, ho moglie e figli. Non auguro a nessuno di trovarsi nella situazione che ho dovuto affrontare perché è assurdo da casa e rischiare la pelle in pieno giorno in piazza Garibaldi. Ne ho viste di cotte e di crude in 15 anni di lavoro sui bus. Ma ieri mattina abbiamo passato il segno».
Polemico intanto il sindacato aziendale, Adolfo Vallini e Marco Sansone denunciano il clima pesantissimo e le aggressioni continue agli autisti. «Un episodio - aggiungono i due sindacalisti - come quello avvenuto pochi mesi fa, ai danni di Vincenzo Lucchese, colpito al volto con un bicchiere di vetro, avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi se, fortunatamente, non si fosse trovata a transitare una pattuglia delle Guardia di Finanza. Poco disponibile, invece, l’azienda nell’inviare un’auto di servizio. Siamo dovuti ricorrere a un collega che aveva appena finito il turno per trasportare il dipendente al vicino Loreto mare».
Quel folle mi ha ferito solo perché l’ho invitato a non dire parolacce Capisco la paura dei viaggiatori, in città si è persa ogni sicurezza