Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il progetto divide deputati Pd e sindacalisti Cgil
NAPOLI «Le buone intenzioni ci sono, ma non è detto che ci siano anche i soldi e, per questo, il Bilancio potrebbe bloccare l’operazione». Luisa Bossa, parlamentare del Pd e docente, raffredda gli entusiasmi di coloro i quali sperano di andare in cattedra in virtù dell’adeguamento tra organico di fatto e organico di diritto che dovrebbe garantire 25 mila assunzioni a scuola. «C’è il rischio — aggiunge — che il progetto non vada in porto perché servono troppi soldi». Riguardo, poi, alla circostanza che gran parte dei nuovi posti dell’organico di diritto andrebbero alle regioni del Nord, la parlamentare di Ercolano commenta: «In questo momento ci sono più studenti al CentroNord che al Sud e non mi scandalizzo, perciò. Le classi sono tenute in piedi dai figli degli immigrati, che vivono da Bologna in su piuttosto che nel Mezzogiorno». Marco Di Lello, un altro parlamentare campano del Pd, quantifica in circa 300 milioni la somma necessaria per condurre in porto le 25 mila nuove assunzioni nell’organico di diritto nella scuola italiana. È ottimista circa le possibilità di reperire i fondi: «Si sta lavorando per acquisire le risorse necessarie». Ma condivide le considerazioni di Luisa Bossa riguardo al fatto che la maggior parte dei nuovi posti dovrebbe essere assegnato al Nord. «Dipende — sostiene — dal fatto che lì c’è carenza di docenti, in rapporto al numero di studenti. Anche perché, con la mobilità straordinaria della scorsa estate, il governo ha fatto rientrare al Sud centomila docenti di origine meridionale». Riguardo ai criteri di assegnazione dei nuovi posti sono invece perplessi i sindacati. «Non si comprende — commenta Fiorella Esposito, della direzione nazionale della Flc Cgil — su quali basi siano state effettuate queste valutazioni». Nel complesso, il giudizio della sindacalista riguardo al progetto di pareggiare finalmente organico di fatto e organico di diritto è positivo, ma avverte: «È appena un primo passo per invertire la rotta rispetto al depauperamento di risorse per la scuola cominciato nel 2008 e non vorrei che sia una manovra di propaganda elettorale in vista del referendum».